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Impugnazione nel processo: che cos’è, a cosa serve, come funziona

L’impugnazione è lo strumento che consente di chiedere a un giudice superiore di correggere una decisione sbagliata. Serve a rimuovere errori di fatto o di diritto e a garantire la legalità del processo. In Italia opera sia nel penale sia nel civile, con regole e termini precisi. In questa guida vediamo nel dettaglio cos'è e quali sono gli articoli che la regolano, entro quanto tempo si può impugnare e chi è legittimato a impugnare.

Impugnazione: definizione e funzione dell’impugnazione

Impugnare significa proporre un mezzo previsto dalla legge per ottenere la riforma, l’annullamento o la correzione di un provvedimento. I mezzi sono tipici e tassativi: non esistono impugnazioni “di fantasia”. Il codice elenca forme, termini, organi competenti e requisiti minimi dell’atto. Nel penale la disciplina generale è negli artt. 568 e seguenti c.p.p.; nel civile il sistema è diffuso in più norme del c.p.c. Il fine resta comune: assicurare il controllo del provvedimento e l’uniformità dell’applicazione del diritto.

Impugnazione: fonti normative essenziali

Nel processo penale i principi e le regole generali sono negli artt. 568-592 c.p.p.; i termini nell’art. 585 c.p.p.; la forma dell’atto nell’art. 581 c.p.p.; il deposito telematico nell’art. 582 c.p.p. come riformato. Nel processo civile contano, tra gli altri, gli artt. 339-342 c.p.c. (appello), 360-369 c.p.c. (Cassazione), 395 c.p.c. (revocazione), 404 c.p.c. (opposizione di terzo), 282-283 c.p.c. (esecutività e inibitoria), 325-327 c.p.c. (termini).

Ecco una panoramica rapida degli articoli citati, con cosa regolano e i punti da ricordare.

Processo penale (c.p.p.)

NormaOggettoCosa disciplinano in brevePunti chiave
artt. 568–592 c.p.p.Principi e regole generali delle impugnazioniElenco dei mezzi impugnatori, chi può impugnare, effetti (devolutivo/estensivo), rinuncia, inammissibilità, sospensione e restituzione nel termine.Tassatività dei mezzi; capi/punti devoluti; effetto estensivo ai coimputati se i motivi non sono personali.
art. 581 c.p.p.Forma dell’attoContenuto minimo dell’impugnazione: provvedimento, capi/punti, motivi specifici, richieste, sottoscrizione.Specificità dei motivi; nullità/inammissibilità se mancano i requisiti.
art. 582 c.p.p.Deposito/presentazioneModalità di deposito dell’atto (oggi con canale telematico ove previsto), uffici competenti e termini.Rispetto delle forme di deposito; prova del deposito; eccezioni per parti private.
art. 585 c.p.p.TerminiTermini ordinari e speciali per proporre impugnazione e loro decorrenza.Regola generale: 15 giorni; decorrenza da pronuncia/notifica; casi di proroga.

Processo civile (c.p.c.)

NormaOggettoCosa disciplinano in brevePunti chiave
artt. 339–342 c.p.c.AppelloProvvedimenti appellabili, legittimazione, appello incidentale, contenuto dell’atto d’appello.Motivi “specifici” (art. 342); indicare capi impugnati; possibili effetti sospensivi solo se concessi.
artt. 360–369 c.p.c.Ricorso per CassazioneMotivi tipici (violazioni di legge/vizi di motivazione), forma del ricorso, termini e oneri di deposito/notifica.Giudizio di legittimità; autosufficienza e specificità; improcedibilità se mancano i depositi.
art. 395 c.p.c.RevocazioneMezzo straordinario per gravi vizi: dolo/frode, prova falsa, documento decisivo scoperto dopo, errore di fatto, ecc.Motivi tassativi; termini stringenti; incide su giudicati in casi limitati.
art. 404 c.p.c.Opposizione di terzoTutela di chi non ha partecipato al giudizio ma ne subisce pregiudizio (opposizione ordinaria/revocatoria).Presupposti specifici; termini diversi a seconda del tipo.
artt. 282–283 c.p.c.Esecutività e inibitoriaEsecutività provvisoria della sentenza di primo grado e sospensione in appello.L’inibitoria richiede “gravi e fondati motivi”; possibile cauzione.
artt. 325–327 c.p.c.Termini per impugnareTermini “breve” e “lungo” e loro decorrenza.30 giorni dalla notifica (breve); 6 mesi dalla pubblicazione (lungo) se manca la notifica.

Principi comuni: tassatività, devoluzione, sospensione, estensione

Nel sistema delle impugnazioni non esistono rimedi “creativi”, perché la legge stabilisce in anticipo quali mezzi si possono usare, quando e con quali forme. Quando si impugna, il giudice superiore esamina solo i capi e i punti contestati, secondo il cosiddetto effetto devolutivo che delimita l’oggetto del riesame. Nel processo penale opera anche l’effetto estensivo, che consente ai coimputati non impugnanti di beneficiare dei motivi non personali proposti da altri. Gli effetti sull’esecuzione variano nei due riti: nel penale l’impugnazione in genere sospende il provvedimento, mentre nel civile la sentenza di primo grado resta esecutiva salvo inibitoria.

Chi può impugnare e quando conviene

Può impugnare soltanto chi è parte del processo e dimostra un interesse concreto e attuale a cambiare la decisione impugnata. Nel penale sono legittimati imputato, pubblico ministero e parte civile, che però agisce ai soli effetti civili quando contesta capi non penali della sentenza. Nel civile impugna chi ha perso in tutto o in parte, mentre la parte in parte vittoriosa può proporre impugnazione incidentale sui capi sfavorevoli. Prima di decidere conviene valutare costi, tempi e rischi, compreso quello di una reformatio in peius quando la legge la consenta.

Termini: “breve” e “lungo” nel civile, regole nel penale

Il rispetto dei termini è decisivo, perché un atto tardivo viene dichiarato inammissibile senza esame del merito. Nel civile l’appello si propone entro trenta giorni dalla notificazione della sentenza, oppure entro sei mesi dalla pubblicazione se manca la notificazione. Per la Cassazione civile il termine breve è sessanta giorni dalla notificazione, mentre resta applicabile il termine lungo di sei mesi dalla pubblicazione. Nel penale vale in via generale il termine di quindici giorni dalla pronuncia o dalla notificazione, con eccezioni previste per specifiche ipotesi. La sospensione feriale può incidere sul computo, quindi occorre sempre verificare se e come si applica al caso concreto.

Effetti dell’impugnazione sulla decisione

Una sentenza penale diventa irrevocabile soltanto quando non è più impugnabile, oppure quando è respinto l’ultimo mezzo esperibile ammesso dall’ordinamento. L’impugnazione penale sospende in via ordinaria l’esecuzione del provvedimento, ma i provvedimenti sulla libertà personale seguono regole proprie. Nel civile le sentenze di primo grado sono provvisoriamente esecutive, perciò la parte interessata può chiedere al giudice d’appello l’inibitoria motivata.

Forma e deposito dell’atto nel penale

L’atto di impugnazione deve individuare il provvedimento, la data, il giudice, i capi o punti impugnati e i motivi esposti con adeguata specificità. Le riforme hanno rafforzato gli oneri motivazionali e, per l’imputato giudicato in assenza, richiesto particolari adempimenti su mandato e domicilio dichiarato. Il deposito avviene con modalità telematiche quando previste, mentre per le parti private possono restare canali diversi disciplinati dalle norme vigenti.

Impugnazioni nel processo penale: quadro dei mezzi

I mezzi ordinari sono l’appello e il ricorso per Cassazione, che si differenziano per oggetto, limiti e poteri del giudice superiore. Accanto a essi esistono rimedi particolari, come l’opposizione al decreto penale di condanna, il riesame e l’appello cautelare sulle misure. Sono previsti anche mezzi straordinari dopo il giudicato, tra cui revisione, rescissione del giudicato e ricorso straordinario per errore di fatto.

Appello penale: quando e come

L’appello permette un nuovo esame di merito limitato ai capi e ai punti devoluti, che vanno indicati con precisione nell’atto. I motivi devono spiegare gli errori giuridici o logici e collegarsi alle prove contestate, evitando genericità e affermazioni apodittiche. L’effetto può estendersi ai coimputati non impugnanti quando i motivi non sono personali, secondo la disciplina dell’effetto estensivo. L’esecuzione del provvedimento impugnato è in linea di massima sospesa, restando però autonome le regole sui provvedimenti de libertate.

Ricorso per Cassazione penale: motivi e limiti

La Cassazione è giudice di legittimità e non rivaluta i fatti, ma controlla la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione. I motivi sono tipizzati e devono essere chiari, specifici e autosufficienti, altrimenti il ricorso rischia l’inammissibilità per difetto di specificità. La decisione può annullare con rinvio, annullare senza rinvio oppure rigettare, producendo effetti diversi sul processo e sulla decisione impugnata.

Opposizione a decreto penale di condanna

Il decreto penale si può opporre entro quindici giorni, impedendo che la condanna diventi definitiva senza contraddittorio. Dopo l’opposizione l’imputato può accedere ai riti alternativi quando ammessi, oppure proseguire verso il dibattimento con piene garanzie.

Misure cautelari personali e reali: riesame e appello

Le misure cautelari personali si impugnano con riesame entro dieci giorni, davanti a un collegio che decide in tempi molto rapidi. Contro la decisione del riesame è possibile l’appello nei casi previsti, mentre le misure reali seguono un autonomo rimedio di riesame. La regola generale esclude la sospensione automatica della misura, rendendo cruciale la tempestività delle iniziative difensive.

Mezzi straordinari nel penale: revisione, rescissione, ricorso straordinario

La revisione consente di rimettere in discussione sentenze irrevocabili quando emergono fatti o prove decisive non valutate. La rescissione del giudicato tutela chi è stato condannato in assenza senza colpa, consentendo un nuovo giudizio effettivamente partecipato. Il ricorso straordinario corregge errori di fatto della Cassazione, ma richiede presupposti rigorosi e una motivazione particolarmente puntuale. Questi strumenti non sostituiscono appello e Cassazione, ma intervengono quando la giustizia ha bisogno di un correttivo finale.

Impugnazioni nel processo civile: appello, Cassazione, revocazione, opposizione di terzo

L’appello civile corregge errori di fatto e di diritto, richiedendo motivi specifici collegati ai capi impugnati e un’esposizione ordinata. Il ricorso per Cassazione è un controllo di legittimità sui motivi tipizzati, con un forte dovere di autosufficienza redazionale e documentale. La revocazione interviene in casi eccezionali, come dolo della parte, prove false, documento decisivo sopravvenuto oppure errore di fatto manifesto. L’opposizione di terzo protegge chi non ha partecipato al giudizio ma subisce un pregiudizio diretto dalla sentenza pronunciata.

Esecutività e sospensione nel civile

Le sentenze di primo grado sono provvisoriamente esecutive, quindi l’appello non blocca automaticamente gli effetti della decisione. L’appellante può chiedere l’inibitoria quando vi siano gravi e fondati motivi, eventualmente con cauzione, affinché l’efficacia venga sospesa. In Cassazione l’istanza di sospensione segue presupposti specifici, valutati in modo discrezionale dal giudice competente.

Termini e decadenze nel civile: notifiche, pubblicazione e “termine lungo”

Il termine breve decorre dalla notificazione della sentenza, mentre quello lungo decorre dalla pubblicazione in cancelleria. Per l’appello il termine breve è di trenta giorni, mentre, in assenza di notificazione, si applicano sei mesi dalla pubblicazione. La pubblicazione coincide con il deposito, e per gli atti telematici rileva la conoscibilità legale secondo la disciplina vigente. Occorre considerare sempre la sospensione feriale, che può interrompere o dilatare il decorso dei termini processuali.

Impugnazione incidentale e acquiescenza nel civile

L’acquiescenza, anche parziale, impedisce di impugnare i capi accettati, consolidando la decisione su quei punti specifici. L’impugnazione incidentale consente alla parte parzialmente vittoriosa di reagire contro capi sfavorevoli quando l’altra parte ha già appellato. L’impugnazione incidentale tardiva è ammessa oltre i termini ordinari, ma perde efficacia se l’impugnazione principale viene dichiarata inammissibile.

Impugnazioni “speciali” nel civile: cautelari e volontaria giurisdizione

I provvedimenti cautelari si reclamano entro quindici giorni con rito camerale, pensato per decisioni rapide e concentrate. I decreti del giudice tutelare hanno proprie regole di reclamo, con termini brevi e indicazione precisa dell’autorità competente a decidere.

Contenuti minimi degli atti: specificità e autosufficienza

Nel penale l’atto deve individuare con nettezza capi, motivi e richieste, perché la genericità comporta l’inammissibilità immediata. Nel civile l’appello richiede motivi specifici, mentre il ricorso per Cassazione deve essere autosufficiente, chiaro e puntualmente documentato. Indicazioni precise su fatti, atti e documenti, unite ai depositi prescritti, rendono l’atto leggibile e tecnicamente corretto per il giudice.

Deposito telematico e prassi operative nel penale

Il deposito telematico è divenuto la regola per i difensori, sebbene permangano eccezioni espressamente previste dalla legge. Le prassi possono differire tra uffici, quindi conviene seguire gli avvisi di cancelleria e conservare sempre la prova del tempestivo invio. Errori nelle modalità di deposito possono determinare l’inammissibilità, vanificando il lavoro svolto sulla stesura dei motivi.

Strategie per redigere motivi efficaci

La chiarezza è il primo requisito di un buon atto, perché guida il giudice nella comprensione dell’errore denunciato e della soluzione proposta. È utile numerare i motivi, collegarli ai capi impugnati e indicare con precisione gli atti o i passaggi probatori richiamati. Nel penale ci si attiene ai motivi tipizzati, mentre nel civile si seguono i numeri dell’articolo sulla Cassazione, rispettando l’autosufficienza.

Esiti possibili dell’impugnazione

Nel penale l’appello può confermare o riformare la sentenza, mentre la Cassazione può annullare con o senza rinvio oppure rigettare. Nel civile l’appello può modificare o confermare la decisione, mentre la Cassazione può cassare con rinvio, cassare senza rinvio o rigettare. In ogni caso gli effetti si riverberano sui capi dipendenti, secondo i limiti segnati dall’effetto devolutivo e dalle regole del giudizio.

Errori frequenti da evitare

La decadenza per tardività è l’errore più comune e irreparabile, quindi i termini vanno calcolati e bloccati subito con attenzione. Motivi generici o cumulativi non superano il filtro di ammissibilità, poiché mancano della specificità richiesta dai codici. Nel penale l’uso di canali di deposito non consentiti rende l’atto inefficace, mentre nel civile l’assenza di autosufficienza risulta quasi sempre fatale.

Differenze chiave tra penale e civile

Il penale tende a sospendere l’esecuzione del provvedimento impugnato, fatta salva la disciplina autonoma sulla libertà personale. Il civile, al contrario, considera esecutiva la sentenza di primo grado, richiedendo un provvedimento ad hoc per sospenderne l’efficacia. Il controllo di legittimità in Cassazione opera in entrambi i riti, ma l’onere di autosufficienza è particolarmente stringente nel giudizio civile.

Faq

Che cosa significa “tassatività” dei mezzi di impugnazione? Indica che si possono usare solo i rimedi previsti dalla legge, nelle precise condizioni e con le forme stabilite dal codice.

L’appello civile blocca automaticamente la decisione di primo grado? No, perché la sentenza resta esecutiva; l’appellante può però chiedere l’inibitoria se dimostra gravi e fondati motivi.

Qual è il termine ordinario per impugnare nel penale? Di regola sono quindici giorni dalla pronuncia oppure dalla notificazione, con deroghe espressamente previste per alcuni provvedimenti.

Qual è la differenza principale tra appello e Cassazione? L’appello consente un nuovo esame del merito nei limiti devoluti, mentre la Cassazione controlla soltanto la legittimità e i vizi tipizzati.

Cosa accade se i motivi sono generici o poco chiari? L’impugnazione rischia l’inammissibilità immediata, perché mancano specificità, autosufficienza o collegamento ai capi impugnati.

Quanto tempo ho per appellare in civile?
Trenta giorni dalla notificazione della sentenza. Se nessuno notifica, avete sei mesi dalla pubblicazione (termine lungo). Per la Cassazione il termine breve è sessanta giorni.

La parte civile può impugnare una sentenza penale di assoluzione?
Sì, ai soli effetti civili, contro il proscioglimento pronunciato in giudizio, secondo l’art. 576 c.p.p.

Come impugno un provvedimento cautelare civile?
Con reclamo entro 15 giorni ex art. 669-terdecies c.p.c.

È ancora possibile spedire l’impugnazione penale via PEC?
La disciplina vigente privilegia il deposito telematico ex art. 111-bis c.p.p.; il nuovo art. 582 c.p.p. regola le modalità e i casi ammessi per le parti private. Verificate sempre le istruzioni dell’ufficio.

Che cos’è l’impugnazione incidentale tardiva nel civile?
È l’impugnazione proposta dall’appellato anche oltre i termini ordinari, ma solo se esiste un’impugnazione principale; perde effetto se quella principale è inammissibile.

Quando si forma il giudicato penale?
Quando non sono più ammessi mezzi di impugnazione, oppure quando l’ultimo è rigettato o dichiarato inammissibile. Lo stabilisce l’art. 648 c.p.p.

Posso riaprire un processo penale passato in giudicato?
Solo con mezzi straordinari: revisione, rescissione del giudicato e ricorso straordinario per errore di fatto, nei casi previsti e con presupposti rigorosi.

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