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Il colangiocarcinoma: definizione e trattamento

Il colangiocarcinoma è un tipo di tumore maligno del fegato, che non interessa direttamente quest'organo quanto le vie biliari, chiamate colangiociti, cioè i canali adibiti al trasporto della bile dal fegato al duodeno.

Il colangiocarcinoma rientra nella categoria degli adenocarcinomi, cioè i tumori maligni che si generano in conseguenza della moltiplicazione senza controllo di una cellula epiteliale, di un organo ghiandolare secretorio o di un tessuto con proprietà secretorie.

La diffusione del colangiocarcinoma

A seconda dell'area di diffusione del tumore, possiamo distingure in:

  • colangiocarcinoma periferico, all'interno del fegato;
  • colangiocarcinoma extraepatico, all'esterno del fegato.

Nelle fasi più avanzate, il tumore arriva a diffondersi attraverso il sangue o per contiguità, in altri organi e tessuti, causando la formazione di neoplasie maligne in nuove aree come i polmoni, il cervello e le ossa.

Quali sono i principali fattori di rischio?

Il colangiocarcinoma è una malattia eterogenea derivante da una complessa interazione tra background genetico specifico dell'ospite e molteplici fattori di rischio. Ciò è confermato anche dallo studio "Cholangiocarcinoma: Epidemiology And Risk Factors" di Khan, Tavolari e Brandi.

Uno dei principali fattori di rischio, è sicuramente costituito dalla presenza della colangite sclerosante primaria. È una grave malattia infiammatoria cronica del fegato, che causa un restringimento anomalo dei dotti biliari, e successivamente cirrosi epatica e insufficienza epatica.

Contribuiscono all'insorgenza della malattia:

  • le anomalie congenite a carico dei dotti biliari, in particolare, la cosiddetta sindrome di Caroli, una patologia ereditaria, caratterizzata dalla dilatazione cistica dei dotti biliari intraepatici, che comporta fenomeni quali ipertensione portale e fibrosi epatica;
  • la presenza di calcoli biliari intraepatici (piccoli aggregati solidi, che si formano a seguito dell'anomala precipitazione di alcune sostanze contenute tipicamente nella bile);
  • l'esposizione a sostanze chimiche e tossine, quali ad esempio il torotrasto che, in precedenza veniva impiegato come mezzo di contrasto in diverse procedure di diagnostica ai raggi X;
  • le infezioni parassitarie (parassitosi) del fegato abbastanza rare nel mondo Occidentale;
  • epatite B e epatite C, entrambe malattie infettive del fegato di origine virale;
  • cirrosi epatica;
  • sindrome di Lynch II, una malattia autosomica dominante che collega lo sviluppo del carcinoma colon rettale ad una predisposizione genetica e familiare;
  • diabete mellito, una malattia cronica dovuta ad una carenza di azione dell'insulina;
  • obesità;
  • eccessivo consumo di alcol;
  • fumo di sigaretta.

L'effetto dannoso di questi fattori di rischio è confermato anche nella ricerca "Risk factors for intrahepatic and extrahepatic cholangiocarcinoma: A systematic review and meta-analysis" di Clements, Eliahoo, Jin Un Kim, Taylor-Robinson e Khahn.

Correlazione tra colangiocarcinoma e amianto

Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato come il colangiocarcinoma fegato potrebbe essere associato all'esposizione all'amianto. Infatti, nello studio "Asbestos: a hidden player behind the cholangiocarcinoma increase? Findings from a case-control analysis" si ipotizza una via infiammatoria cronica. L'esposizione all'amianto come fattore di rischio spiegherebbe anche il progressivo aumento dell'incidenza di questa patologia negli ultimi 30 anni.

Studi epidemiologici hanno fornito anche evidenze che l'amianto può anche essere coinvolto nello sviluppo di tumori gastrointestinali, compreso il colangiocarcinoma intraepatico. Approfondisce questo aspetto "Asbestos and intrahepatic cholangiocarcinoma" di Brandi e Tavolari.

colangiocarcinoma

Sintomatologia del colangiocarcinoma

I sintomi del colangiocarcinoma si manifestano solamente quando raggiunge determinate dimensioni, arrivando a bloccare il flusso della bile lungo le vie biliari, facendola invece risalire verso il fegato, da cui proviene. Inoltre si assiste al versamento delle sostanze contenute nella bile nel sangue.

Nello specifico, per colangiocarcinoma sintomi sono:

  • ittero;
  • prurito cutaneo, che riguarda il 66% dei pazienti;
  • feci chiare e urine scure;
  • perdita dell'appetito e del peso;
  • stanchezza persistente e malessere;
  • dolore e gonfiore addominale (di solito sul fianco superiore destro dell'addome);
  • febbre a 38° o superiore;
  • brividi;
  • colaluria, cioè l'ostruzione delle vie biliari dovuta alla presenza di sali biliari nelle urine.

La diagnosi del colangiocarcinoma: esami

La mancanza di sintomi agli esordi, che potrebbero ricondurre alla patologia, non facilitano una diagnosi precoce. Le prime indagini diagnostiche da operare, consistono in un'attenta anamnesi lavorativa, a cui seguono le analisi del sangue e una serie di esami di diagnostica per immagini:

  • tomografia computerizzata;
  • risonanza magnetica dell'addome;
  • ecografia addominale;
  • colangiopancreatografia endoscopica retrograda, nota come colangiopancreatografia o ERCP;
  • colangiografia transepatica percutanea.

Infine si ricorre alla biopsia tumorale, che potrà stabilire il grado di malignità e la stadiazione della malattia.

Terapie applicate nel contrasto del colangiocarcinoma

La terapia del colangiocarcinoma al fegato dipende da un insieme di fattori che sono: l'estensione dell'area colpita e le dimensioni della massa tumorale, la presenza di metastasi, la posizione del tumore e lo stato di salute generale del paziente.

Solitamente si ricorre alle tecniche utilizzate anche per le altre forme tumorali: chirurgia, radioterapia, chemioterapia o l'applicazione di uno stenting biliare e il drenaggio biliare tramite bypass. In particolare lo stenting biliare prevede l’inserimento di una piccola protesi tubulare che, supportando la parete dei dotti biliari a livello di un restringimento, permette di eliminarlo e di prevenirne la riformazione.

La rimozione chirurgica del colangiocarcinoma

La rimozione chirurgica rappresenta sicuramente il trattamento più efficace, ma può essere praticato solo nel caso in cui il tumore sia di dimensioni ridotte e abbia intaccato in modo lieve, le zone limitrofe.

L'operazione può riguardare nello specifico:

  • asportazione del dotto biliare, che prevede la riconnessione dei monconi risultanti, in modo da ricostituire la continuità delle vie biliari;
  • asportazione del dotto biliare che ospita il tumore e della porzione di fegato in cui il tumore si è diffuso;
  • procedura di Whipple, cioè l'asportazione dei dotti biliari, il tratto di duodeno connesso allo stomaco e ai dotti biliari, la porzione di stomaco unita, il pancreas, la cistifellea e i linfonodi regionali in prossimità di questi organi.

Assistenza per le vittime della patologia

Lo studio legale dell'Avvocato Bonanni assiste tutte le vittime di colangiocarcinoma, specialmente chi è stato esposto ad amianto. Questo agente cancerogeno è ancora diffuso sul territorio, come testimonia "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022". Per non correre rischi per la propria salute è necessario evitare ogni esposizione. Ciò è possibile solo tramite la bonifica. Si possono segnalare i siti contaminati attraverso l'App Amianto.

Purtroppo però l'INAIL ancora non riconosce il colangiocarcinoma tra le malattie professionali legate all'esposizione ad amianto. Perciò, se il lavoratore contrae il colangiocarcinoma in seguito ad esposizione a polveri e fibre di amianto, non ha diritto all’erogazione delle prestazioni economiche.

Per questo motivo è importante rivolgersi all'Avv. Ezio Bonanni e all’Osservatorio Nazionale Amianto. Grazie all'assistenza legale è possibile ottenere la salvaguardia dei propri diritti.

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