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I rifiuti: cosa sono, speciali e pericolosi e le leggi in materia

Il problema dei rifiuti rappresenta un argomento di grande importanza quando si tratta di proteggere la salute e l'ambiente. È innegabile che ci sia una connessione tra l'aumento della presenza di rifiuti e i rischi per la salute umana.

L'enorme quantità di scarti che produciamo è un tema centrale nella nostra epoca, e il modo in cui smaltiamo i rifiuti pericolosi e non pericolosi è un elemento fondamentale per la salvaguardia dell'ambiente. Proteggere l'ambiente da questa prospettiva significa anche proteggere la salute delle persone e prevenire l'esposizione a sostanze tossiche e cancerogene (leggi tutto sul binomio indissolubile tra salute e ambiente).

In questa guida, esploreremo le diverse tipologie di rifiuti, come quelli solidi urbani, speciali, pericolosi e tossici. Analizzeremo anche la definizione di rifiuto secondo la normativa attuale e le modalità per smaltirli correttamente.

L'Avvocato Ezio Bonanni è Presidente dell'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto che si occupa di lotta all'amianto e salvaguardia della salute rispetto all'esposizione a tutti i cancerogeni. L'ONA ha denunciato la presenza di discariche abusive in Italia e ha creato un dipartimento dedicato a questo tema scottante.

Essendo consapevoli che non si può tutelare la salute senza preservare l'ambiente, l'osservatorio si impegna nella prevenzione e nella promozione di corretti metodi di smaltimento dei rifiuti, al fine di tutelare i lavoratori del settore e tutti i cittadini.

Se desideri richiedere tutela legale in ambito di lavoro e esposizione a agenti patogeni sul luogo di lavoro, rivolgiti al nostro team e richiedi una consulenza gratuita.

Definizione di rifiuto. Cosa intendiamo quando parliamo di "rifiuto"?

Il termine stesso deriva dal verbo "rifiutare" ed è chiaro nella sua accezione. Un rifiuto è tutto ciò che viene gettato via perché non è più necessario. Nazioni Unite, Comunità Europea e normative italiane forniscono una definizione precisa di rifiuto.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e la Convenzione di Basel del 1989, l'articolo 2(1) afferma che i rifiuti sono "sostanze o oggetti che sono smaltiti o che sono destinati a essere smaltiti o devono essere smaltiti in base alle disposizioni della legislazione nazionale".

L'Unione Europea, con la Direttiva n. 2008/98/CE del 19 novembre 2008, definisce i rifiuti come "qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfa o ha l'intenzione o l'obbligo di disfarsi". I "sottoprodotti" o residui non rientrano nella definizione di rifiuto.

Cosa sono i residui o sottoprodotti? I sottoprodotti sono i residui generati da un ciclo produttivo che soddisfano i requisiti elencati nell'articolo 184-bis del D.lgs. 152/2006.

Cosa sono i residui o sottoprodotti?

I sottoprodotti sono i residui ottenuti da un ciclo produttivo che soddisfano i requisiti elencati nell’art. 184-bis del D.lgs. 152/2006.

  • la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
  • è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
  • la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale;
  • l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.

Definizione secondo la normativa italiana

L”art. 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (cosiddetto Testo unico ambientale), modificata dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa a questa problematica e che abroga alcune direttive”. (10G0235) (GU n. 288 del 10-12-2010 – Suppl. Ordinario n.269) dà la definizione di rifiuti nel contesto italiano.

Definisce il rifiuto come “Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi” dove disfarsi significa avviare un oggetto o sostanza ad operazioni di smaltimento di rifiuti o di recupero (rispettivamente allegati B e C alla parte quarta del D.Lgs. 152/2006).

Rifiuti urbani e rifiuti speciali: cosa sono?

I rifiuti possono essere suddivisi in base alla fonte della loro produzione e in base alla loro pericolosità. Sul sito del Ministero dell’Ambiente è presente la classificazione completa e le varie tipologie di rifiuti. Vengono distinti in solidi urbani e rifiuti speciali. Poi ci sono quelli solidi urbani pericolosi e quelli speciali pericolosi.

Infatti, in base alle loro caratteristiche di pericolosità, i rifiuti possono essere classificati in pericolosi e non pericolosi. Quelli pericolosi sono quei rifiuti definiti come tali sin dall’origine oppure quelli la cui pericolosità dipende dalla concentrazione delle sostanze pericolose al loro interno.

Quelli pericolosi sono a loro volta classificati in base alla loro classe di pericolo:

  • Esplosivi
  • Comburenti
  • Facilmente infiammabili
  • Irritanti – nocivi
  • Tossici (includono anche quelli di origine domestica come batterie o detersivi o derivanti dalle attività agricole, come i fertilizzanti)
  • Cancerogeni
  • Corrosivi
  • Infetti
  • Teratogeni
  • Mutageni
  • Che a contatto con l’acqua liberano gas tossici o molto tossici
  • Sorgenti di sostanze pericolose
  • Ecotossici

Rifiuti solidi urbani cosa sono?

Riguardo rifiuti solidi urbani definizione fa riferimento a un gruppo che include:

  • quelli domestici, anche ingombranti provenienti dallo spazzamento delle strade;
  • quelli di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche;
  • quelli vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali.

Rifiuti speciali: cosa sono?

Secondo la definizione del Ministero dell’Ambiente fanno parte dei rifiuti speciali:

  • quelli da lavorazione industriale;
  • quelli da attività commerciali;
  • quelli derivanti dall’attività di recupero e smaltimento, i fanghi prodotti da trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;
  • quelli derivanti da attività sanitarie;
  • macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti;
  • veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti.

rifiuti speciali il più delle volte non derivano dai privati cittadini e dall’uso domestico . In Italia la produzione di rifiuti speciali aumenta costantemente. C’è da considerare però che quasi la metà di essi derivano dall’edilizia e includono calcinacci e simili che possono agevolmente essere inseriti in un progetto di riciclo e riuso.

La raccolta diffrenziata: il primo step per il corretto smaltimento

L'importante percorso del riciclo inizia con la raccolta differenziata, un fondamentale primo passo per il corretto smaltimento dei rifiuti. Questa pratica coinvolge la suddivisione dei rifiuti domestici in base al materiale di cui sono composti, agevolando così le operazioni di smaltimento e riciclo.

La raccolta differenziata prende avvio proprio nelle case dei cittadini privati, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti urbani di natura domestica. Una volta correttamente differenziati, i rifiuti conferiti nelle apposite discariche diventano più facili da trattare e da inserire nel processo di riciclo.

Come funziona lo smaltimento rifiuti in Italia?

In Italia, la gestione dei rifiuti solidi urbani è curata dalla pubblica amministrazione, finanziata tramite la tassa TARI.

Per quanto riguarda i rifiuti speciali, la responsabilità è affidata a un sistema di aziende private, che privilegiano il recupero di materia attraverso il riciclo dei rifiuti urbani. Nel 2016, l'Italia ha riciclato con successo ben il 65% dei materiali speciali prodotti, adottando diverse modalità di gestione, tra cui il riciclo, l'incenerimento e il recupero di energia.

È importante sottolineare che i rifiuti indifferenziati sono più difficili da trattare e possono essere gestiti attraverso tre opzioni: trattamenti a freddo, trattamenti a caldo (incenerimento) o conferimento diretto in discarica. Indipendentemente dalla scelta effettuata, tali opzioni comportano inevitabilmente la produzione di rifiuti destinati alla discarica.

Qual è il modo migliore per trattare i rifiuti?

Per una gestione efficiente dei rifiuti non pericolosi, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) ha ideato una piramide gerarchica che promuove la riduzione dei materiali produttori di scarti, il riutilizzo e il riciclo come priorità. Seguono il recupero di energia tramite termovalorizzatori, il trattamento dei rifiuti e, in ultima istanza, il deposito in discarica, il quale dovrebbe riguardare solo una minima parte degli scarti.

Il termovalorizzatore, un tipo di inceneritore, è un impianto che recupera il calore generato dalla combustione per produrre vapore utilizzato per la produzione di energia elettrica o calore. Tutti i termovalorizzatori italiani seguono rigorose normative che prevedono l'abbattimento degli inquinanti, delle polveri, delle diossine e dei gas serra.

Rifiuti in Italia e il tema delle discariche abusive

Sono migliaia le discariche abusive in Italia, e su denuncia dell’Osservatorio Nazionale Amianto, a suo tempo, fu avviata anche una procedura di infrazione.

L’Italia è ancora sotto osservazione da parte della Commissione Europea. Questo dopo che nel 2007 ci fu la condanna da parte della Corte di Giustizia. A questa ha fatto seguito l’ulteriore condanna nel dicembre 2014 al pagamento di una multa di 42milioni di euro l’anno per le 198 discariche abusive.

Dalle 198 discariche del dicembre 2014 eravamo passati a 185 a luglio 2015, con appena 13 situazioni sanate. Ora sul territorio nazionale ne restano 155, con 30 nuovi casi risolti.

Tuttavia, la situazione invece che risolversi, si va via via aggravando, poiché in molti casi bruciano addirittura interi stabilimenti di stoccaggio di rifiuti, come quelli dell’EcoX di Pomezia, in provincia di Roma.

Poi ci sono anche i casi in cui le discariche sono autorizzate ma altrettanto dannose e/o pericolose per migliaia di esseri umani e per l’ambiente come per il caso della discarica di Ferrera Erbognone (in provincia di Pavia).

In Italia, la gestione degli scarti solidi urbani è spesso complicata a causa delle ecomafie e di inefficienze nella gestione pubblica. In particolare, la questione dell'amianto è strettamente legata al problema dei rifiuti. La rimozione e lo smaltimento dell'amianto in discarica rappresentano operazioni complesse e costose. L'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto si impegna nella tutela della salute e dell'ambiente, concentrandosi sulla prevenzione primaria per ridurre al minimo il rischio di esposizioni dannose.

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