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L’amianto, cos’è e perché è così pericoloso

Con il termine amianto, o asbesto, si indicano i minerali, silicati a struttura fibrosa, con capacità di suddivisione longitudinale in fibre sempre più sottili. Questo ne determina la capacità diffusiva delle fibre in tutti gli ambienti, nei quali permangono sospese e sono, così, facilmente inalate e ingerite diventando così pericoloso.

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Storia dell’amianto in Italia e nel mondo

La pericolosità dell’amianto era nota già all’inizio del Novecento, ma le aziende e anche gli Enti statali continuarono ad utilizzarlo per le sue qualità (è fonoassorbente e ignifugo e di facile lavorazione). Fu la British Navy a mettere al bando per prima la coibentazione a spruzzo nel 1963, seguita dalla Svezia nel 1975. La Gran Bretagna rinuncerà all’uso della crocidolite nel 1968, mentre l’Australia la bandirà per legge nel 1970.

Giornalisti assolti nel 1906: scrissero "amianto pericoloso"

Il Tribunale di Torino già nel 1906 rigettò la domanda risarcitoria di Bender, Martiny e The British Asbestos Company Limited nei confronti dell’avvocato Carlo Pich e del gerente Arturo Mariani, redattori della Rivista “Il progresso del Canavese e delle Valli di Stura”, edito a Ciriè. Negli articoli pubblicati nei numeri di giugno 1906, secondo i giudici, non c’era nulla di falso in quanto quella dell’amianto è “fra le industrie pericolose […] le particelle […] vengono a ledere le vie degli apparati respiratorii, […] fino al polmone, predisponendole allo sviluppo della tubercolosi, facilitandone la diffusione aumentandone la gravità”.

Quasi 40 anni più tardi, nel 1943, il Ministro delle Corporazioni presentò presso la Camera il disegno di legge n. 2262 per l’“estensione dell’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali alla silicosi ed asbestosi”, “scopo 1. proteggere … in sede di prevenzione tecnica … i lavoratori, tracciando e imponendo agli imprenditori un piano razionale e completo di prevenzione; 2. tutelare la salute dei lavoratori entrando con decisione nel settore delle malattie polmonari”. L’indennizzo per i lavoratori fu approvato con la l. 455 del 12.04.1943.

Queste conclusioni scientifiche, però, già acquisite a livello legislativo, furono, poi, per un periodo accantonate.

Ministero dell’Interno impose l’uso di amianto nell’intonaco

Il Ministero dell’Interno con la circolare n. 91 del 14.09.1961, infatti, impose addirittura l’utilizzo dell’amianto in intonaco, per proteggere i fabbricati (specialmente quelli a struttura in acciaio destinati ad uso civile). Contraddicendo, così, la raccomandazione ILO n. 97 del 04.06.1953 di segno contrario. L’utilizzo dell’asbesto, che all’epoca era limitato, divenne abnorme. Fu utilizzato in 3.000 applicazioni, non solo in edilizia, ma anche in tutti i siti lavorativi e perfino nelle scuole.

Nel 1983 la Comunità europea emanò la direttiva “sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’esposizione all’amianto durante il lavoro”. L’Italia non la recepì nei termini e fu sanzionata.

La discussione riguardo le effettive conseguenze dell’esposizione all’amianto si sviluppò in Italia soltanto in quegli anni. È vero anche che con la legge 257/1992, la Penisola italiana diventerà uno tra i primi Paesi dell’Unione Europea a mettere al bando ogni tipo di asbesto.

I tipi di amianto, sempre pericoloso

Con il nome amianto si indicano sei diversi minerali appartenenti alla classe dei silicati: actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite. In base alla composizione chimica, questi silicati sono suddivisi in due gruppi. Nel primo ci sono i silicati che contengono calcio e magnesio che sono detti anfiboli. Sono actinolite, amosite (detta anche amianto bruno), antofillite, crocidolite (amianto blu) e tremolite. Il crisotilo (amianto bianco) invece è un silicato di magnesio che appartiene al gruppo del serpentino.

Si utilizza anche la parola eternit per indicare l’amianto, ma sono due cose diverse. Eternit è il nome commerciale (derivato da quello dell’azienda produttrice) di un materiale costituito da cemento mescolato ad amianto. Il famigerato eternit ancora presente in tantissimi edifici costruiti prima del 1992, anche nelle scuole e negli ospedali. Le bonifiche, infatti, sono a discrezione di Comuni e Regione, se si escludono pochi grandi siti contaminati, e dei privati. I costi sono elevati e l’obbligo, per legge, scatta solo davanti a materiali altamente deteriorati.

L’amianto in natura è presente in molte parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.

Actinolite, perchè è un minerale pericoloso

Actinolite deriva dal greco aktinos (raggio), per la forma fibrosa con la quale il minerale si presenta. Fu considerata per tanto tempo una pietra pregiata e utilizzata anche a fini ornamentali o funebri. Nella forma fibrosa si trova nella Penisoa italiana sul Monte Bianco e viene chiamata bissolite. C’è poi la nefrite: una varietà di actinolite compatta con struttura microfibrosa.

Amosite, l'amianto bruno del Sudafrica

L'amosite è conosciuta come amianto bruno ed arriva principalmente dal Sudafrica. È la seconda forma più pericolosa di asbesto. È, infatti, molto friabile. È stata utilizzata in edilizia e come isolante termico, acustico ed anti-condensa. Il nome deriva dalla sigla Amosa (Asbestos mines of South Africa).

Antofillite, poco utilizzata nei manufatti commerciali

In larga parte l’antofillite è formata di magnesio e ferro. Significa chiodo di garofano in riferimento al suo colore. È un materiale raro e per questo è stata poco utilizzata per la produzione di manufatti commerciali. Si trova per lo più in composti cementizi e materiali isolanti.

Crisotilo, ritenuto per troppo tempo non pericoloso

Il crisotilo è l’unico tra i materiali definiti amianto ad appartenere alla famiglia dei serpentini. È conosciuto come amianto bianco e per molto tempo è stato ritenuto non pericoloso. In realtà lo Iarc lo inserisce tra i minerali cancerogeni. È molto comune e reperibile a basso costo e rappresenta approssimativamente il 95% dell’asbesto utilizzato commercialmente. In Italia, a Balangero, è stata realizzata la più grande cava di amianto crisotilo in Europa. Nel mondo, vicino a due dei più importanti giacimenti di questa varietà d’amianto sono nati i centri urbani Asbest in Russia e Asbestos in Québec.

Crocidolite, tipologia di amianto più pericoloso

Nota come amianto blu, la crocidolite è la forma fibrosa della riebeckite e la tipologia di amianto più pericolosa. Le sue fibre sono, infatti, lunghe, dritte ed affilate. Fortunatamente resiste meno a calore rispetto agli altri minerali di amianto, per cui è stata meno utilizzata.

Tremolite, usata perchè isolante e ignifuga

Il nome tremolite venne attribuito al minerale supponendo che il primo campione raccolto provenisse dalla Val Tremola nel Canton Ticino. Qui, però non è mai stato trovato. Fu usata soprattutto come materiale isolante o ignifugo. Il suo colore può cambiare dal bianco al verde scuro, a seconda dei livelli di magnesio e ferro contenuti.

Rischi per la salute davvero elevati

I rischi per la salute legati all’amianto sono davvero elevati. Si tratta di un minerale molto pericoloso che causa il mesotelioma e il tumore del polmone. Non solo: nella lista di patologie asbesto correlate rientrano l’asbestosi, le placche pleuriche e tante altre neoplasie. Il tumore di laringe, faringe, ovaie, colon. Come allo stomaco, all’esofago e il colangiocarcinoma secondo alcuni studi recenti. Per questo è tanto pericoloso.

A provocare tutte queste patologie asbesto correlate sono le fibre. Una volta inalate non vengono distrutte dall’organismo, restano impigliate nei tessuti causando infiammazioni costanti. Con il tempo questo comporta danni al dna delle cellule e ne favorisce la trasformazione tumorale. Il periodo di latenza tra l’esposizione all’amianto e la manifestazione della malattia è molto lungo, anche di 40-50 anni.

Questo ha fatto sì, anche, che la consapevolezza della comunità arrivasse in ritardo, permettendo ai grandi imprenditori di continuare ad utilizzarlo senza avere problemi. Soltanto più avanti i dipendenti si resero conto che quelle polveri avevano danneggiato, spesso irreversibilmente la loro salute. I loro colleghi cominciarono a morire e allora fu evidente a tutti quanti danni erano stati causati dall’utilizzo dell’amianto.

Nella stragrande maggioranza dei casi senza che i lavoratori fossero informati dei rischi o muniti di mascherine. Senza che fossero arieggiati i locali dove si svolgeva l’attività lavorativa o tutelati quelli che svolgevano altre mansioni, che erano comunque a contatto con l’asbesto. Nessuno considerò gli studi scientifici che descrivevano la cancerogenicità dell’amianto e venne creata ad hoc tutta una serie di documenti (non riconosciuti), che spiegavano il contrario: vale a dire che non ci fosse alcuna prova del nesso causale tra amianto e patologie. Questo per decenni.

Usi e proibizioni dell’amianto negli anni

Le parole amianto e asbesto derivano dal greco e si riferiscono a importanti proprietà del materiale. Significano, rispettivamente, “incorruttibile” e “che non brucia”. L’estrazione anche non è complessa e per questo di basto costo. È, inoltre, piuttosto resistente alla degradazione e al calore. Per questo è stato usato per moltissime applicazioni industriali e civili, soprattutto in edilizia, dove sono state sfruttate le caratteristiche di buon isolante termico e acustico e nelle tubazioni anche dell’acqua. Lo stesso vale per le navi e per gli elicotteri o gli aerei. Zone dove proteggersi dagli incendi è più che necessario.

Oltre a questi utilizzi quelli meno noti sono riconducibili a cosmetici, scarpe, solette, prodotti sbiancanti per i denti. Così come maschere antigas e filo per le suture dopo gli interventi chirurgici. La prima volta questo prodotto fu utilizzato paradossalmente dopo un’operazione ai polmoni. Diversi furono gli utilizzi più strani come per la neve finta di set cinematografici o allestimento di vetrine.

La pericolosità dell’amianto è legata alla liberazione delle sue fibre nell’aria. Un manufatto contenente amianto è tanto più pericoloso quanto più è friabile. E più trascorre il tempo, più il materiale si deteriora perdendo il potere aggrappante e rilasciando fibre.

Importante quindi non improvvisare opere di bonifica fai-da-te in presenza di manufatti che contengono amianto, come tettoie o pavimentazioni. Non è sufficiente indossare una mascherina per proteggersi e si rischia di diffondere e trasportare in giro fibre rimaste tra i capelli o sui vestiti, esponendo al pericolo i propri familiari e altre persone. Per legge, bisogna rivolgersi a ditte specializzate e autorizzate.

L’Osservatorio nazionale amianto e il suo presidente, l'avvocato Ezio Bonanni, ha realizzato anche una App per la segnalazione dei siti contaminati.

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