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Amianto - asbesto: prevenzione e tutela legale

L'amianto o asbesto identifica due gruppi di minerali fibrosi, che hanno capacità infiammatorie e cancerogene.

L'avv. Ezio Bonanni è specializzato nella tutela dei diritti delle vittime. Tra queste coloro che hanno contratto malattie asbesto correlate, che in molti casi portano al decesso.

Amianto asbesto: che cos'è e cosa provoca

Tutti i tipi di amianto sono dannosi per la salute, anche con soglie molto basse. Quindi sia i serpentini, di cui il più comune è il crisotilo detto "amianto bianco", sia gli anfiboli, producono infiammazione e cancro. In realtà più che di amianto si dovrebbe parlare di amianti:

  • il serpentino, comunemente chiamato "amianto bianco", è il crisotilo;
  • gli anfiboli comprendenti l'actinolite, la crocidolite, l'amosite, la tremolite, detti amianto grigio - verde - giallo e l'antofillite.

La tutela dello studio legale dell'avv. Ezio Bonanni

L'Avv. Ezio Bonanni è il presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, associazione rappresentativa delle vittime dell'amianto e dei suoi familiari. Grazie a un'articolata organizzazione del suo studio legale, l'Avv. Ezio Bonanni fornisce un servizio di assistenza per le vittime e i familiari.

Tutti coloro che ritengono di aver subito un danno per effetto dell'esposizione ad amianto, possono chiedere un parere scritto all'avv. Ezio Bonanni, attraverso il suo sistema di consulenze online, con cui poter prendere conoscenza di quelli che sono i diritti con riferimento alle singole fattispecie.

Risarcimento dei danni per vittime dell'amianto

L'avv. Ezio Bonanni ha fatto parte della Commissione Amianto del Ministero dell'Ambiente. In oltre vent'anni di operato, lo studio legale dell'avv. Ezio Bonanni si è schierato al fianco di migliaia di persone vittime dell'amianto. In caso di danno biologico e con l'incombere di malattie asbesto correlate, si offre tutela alle vittime tramite tre diverse modalità:

  • domanda di risarcimento INAIL;
  • azione di amianto risarcimento danni;
  • prepensionamento.

Anche qualora la malattia non dovesse insorgere, l'esposizione da amianto prolungata nel tempo comporta il diritto al prepensionamento per effetto del riconoscimento di tale condizione.

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Ezio Bonanni: l'avvocato che si batte contro l'amianto

L'Avv. Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, è oggi un punto di riferimento senza eguali per l'associazione vittime dell'amianto (ONA). Con la sua esperienza trentennale, tutela e combatte le vittime dell'amianto e le loro famiglie, non dimenticando coloro che sono stati esposti ad altri cancerogeni altrettanto pericolosi.

L'associazione ONA si prefigge di tutelare la salute attraverso gli strumenti di prevenzione:

  • nella prevenzione primaria al fine di impedire tutte le lesioni bisogna evitare qualsivoglia esposizione ad asbesto e alle altre sostanze cancerogene;
  • la prevenzione secondaria ha come obiettivo primario quello di una diagnosi precoce con terapie tempestive e più efficaci al fine di garantire una più idonea terapia e di aumentare le possibilità di guarigione;
  • prevenzione terziaria assicura la tutela dei diritti delle vittime e dei loro parenti, inibendo delle condotte non sicure e dannose e reprimendo dei crimini ambientali.

L'Avv. Ezio Bonanni, patrocinante in Cassazione e presso le Magistrature Superiori, vanta numerosi esiti positivi nella tutela dei diritti delle vittime, per quanto concerne la messa in sicurezza di edifici pubblici e siti lavorativi.

L'azione dell'Avv. Bonanni alla Commissione Amianto

L'avvocato con il suo team, non dimentica l'importanza dell'informazione e della formazione, dell'impulso per la ricerca scientifica della diagnosi precoce. Egli vanta inoltre, la nomina per la Commissione Amianto del Ministero dell'Ambiente. Il Ministro dell'Ambiente, Gen. Sergio Costa, ha posto particolare attenzione al problema amianto, pertanto l'Avv. Ezio Bonanni con la sua competenza in tale ambito è parte della Commissione Amianto del Ministero dell'Ambiente.  L'Avv. Ezio Bonanni ha proposto l'approvazione di misure per:

  • strumenti tecnico normativi per accesso a fondi strutturali europei;
  • credito di imposta per la bonifica dell'amianto;
  • minore burocrazia;
  • maggiori finanziamenti per la ricerca scientifica, medica e biomedica, e, in particolare, oncologica, per la cura delle malattie asbesto correlate;
  • istituzione di un Fondo Vittime Amianto per il risarcimento delle vittime, a imitazione del modello francese.

Pubblicazioni per la difesa delle vittime dell'amianto

L'Avv. Ezio Bonanni, oltre ad aver insegnato in diverse Università, è autore di pubblicazioni scientifiche, l'ultima delle quali in materia di oncologia medica e sulla indipendenza della ricerca scientifica (What can independent research for mesothelioma achieve to treat this orphan disease?).

Grazie allo staff di giuristi è possibile ottenere una prima consulenza legale. Tutti i cittadini possono rivolgersi all'Avv. Ezio Bonanni per diverse problematiche e per garantire la tutela dei propri diritti.

La strage della fibra killer dell'amianto

L'Avv. Ezio Bonanni è un baluardo per la difesa delle vittime dell'amianto. A Roma il 19.06.2018 è stato presentato nel corso del convegno "Come la ricerca può sconfiggere i tumori da amianto: le ultime scoperte scientifiche - Il libro Bianco delle morti di amianto in Italia", all'interno del quale sono consultabili tutti i dati relativi alla condizione di rischio in Italia. Ha partecipato anche il Prof. Marcello Migliore, dedito alla ricerca per debellare l'epidemia delle patologie da asbesto.

Infatti è alto il numero dei siti contaminati dall'amianto (circa 1.000.000 di micrositi e 50.000 siti, di cui 2.292 scuole, poi ospedali, gli acquedotti). La mappatura dell'amianto o dell'asbesto è molto importante per evidenziare il rischio sanitario che ne consegue. Per questo l'ONA ha istituito un'app in cui i cittadini possono segnalare i siti contaminati.

La pubblicazione si articola del rapporto epidemiologico circa il numero dei decessi in Italia: più di 6.000 nel solo 2018, con un trend in aumento fino al 2023. I dati relativi all'epidemia di amianto sono approfonditi in modo analitico in riferimento al mesotelioma e alle altre patologie asbesto correlate, oltreché quelle malattie non ancora riconosciute come tali convenzionalmente.

Sono analizzate anche le norme: a partire dalle prime misure di protezione, presenti nella L. 455/1943, fino al procedimento di condanna della fibra killer con la legge 257 del 1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto).

Il libro bianco delle morti di amianto in Italia

"Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022" specifica le varianti di rischio per i settori produttivi e per le diverse mansioni lavorative e le condizioni di rischio legate all'esposizione ambientale. Si fa riferimento ai casi di mesotelioma riscontrati in individui residenti nelle vicinanze degli stabilimenti Eternit in Italia, o nel presso delle stazioni delle Ferrovie dello Stato.

Quali sono gli strumenti e i metodi per la difesa della persona? Come ottenere gli indennizzi INAIL e vittime amianto risarcimenti? La sola esposizione alla fibra killer può comportare dei danni, per tanto i cittadini esposti all'amianto hanno diritto al loro indennizzo amianto. Allo stesso modo spettano i benefici contributivi a causa dell'esposizione professionale, decennale, anche quando il danno biologico viene identificato come minimo.

La mancata bonifica dei siti contaminati continua anche nel 2021. Infatti la strage dovuta alle malattie asbesto correlate non accenna ad arrestarsi. Sono in aumento le vittime di esposizione ad amianto, come conferma la nuova edizione della pubblicazione.

L'Avv. Ezio Bonanni si occupa anche dei lavoratori del settore privato con l'obiettivo di poter riconoscere le malattie professionali asbesto correlate quali infermità legate alla prolungata esposizione a polveri di asbesto. Le vittime hanno diritto alla costituzione della rendita o indennizzo INAIL, delle prestazioni del Fondo Vittime Amianto e le maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto, ai fini del prepensionamento e per l'aumento delle prestazioni pensionistiche già in godimento e il risarcimento dei danni.

Le fibre di amianto e i danni che causano alla salute

L'amianto cosa provoca? Le fibre di amianto, quando inalate o ingerite, portano all'insorgere di fibrosi, asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici, con complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie. Possono insorgere inoltre neoplasie (mesotelioma, il tumore del polmone, alla laringe e all’ovaio e anche i tumori del tratto digerente come faringe, stomaco e colon).

Lo spazio che intercorre dall'esposizione all'amianto e l'insorgere delle malattie asbesto correlate può raggiungere anche i 50 anni.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha censito, con un focus specifico sulla causa lavorativa, 107.000 decessi ogni anno solo per mesoteliomi, tumori del polmone e asbestosi. Il dato non è completo, perché non prende in considerazione altre patologie asbesto correlate ed esclude anche quelle di natura ambientale. Inoltre, diversi Stati non hanno fornito dati esaustivi e le rilevazioni epidemiologiche sui casi di malattie amianto correlate risultano non essere sufficienti.

Sarà necessario valutare l'incidenza futura di patologie dell'amianto. Tenendo conto dei futuri rischi all'esposizione e tenendo in considerazione i tempi di latenza e gli slittamenti relativi ai tempi della bonifica, dobbiamo presuppore, purtroppo, che tale situazione si protrarrà per almeno un decennio.

La migliore prevenzione dei danni dell'amianto

amianto nei polmoni
Gli effetti dell'esposizione ad amianto nei polmoni (Immagine: Giorgia De Salvo)

Le fibre di asbesto, amianto sinonimo, sono lunghe 5 µm, con rapporto lunghezza / larghezza di almeno 3:1. Questi minerali conservano la capacità di dividersi longitudinalmente, con la conseguente disseminazione di fibre sempre più sottili e facilmente respirabile.

Le fibre di amianto, ingerite o inalate, causano numerosi danni alla salute umana. Le fibre di amianto, qualunque sia la soglia in questione, comportano danni alla salute. Anche quando l'esposizioni di amianto è minima sussiste il rischio di insorgenza del mesotelioma. Solo per l'insorgere dell'asbestosi polmonare l'esposizione al minerale dell'asbesto verificatasi deve considerarsi elevata.

Il Consensus Report di Helsinki del 1997 identifica a 25ff/cc/anno la soglia minima di dose cumulativa per l'insorgenza dell'asbestosi polmonare. Per le neoplasie, invece, non viene identificata soglia alcuna, viene trovata conferma anche nella revisione dei criteri di Helsinki. La raccomandazione è quella di evitare le future esposizioni e procedere quindi, alla bonifica dei siti contaminati, con l'obiettivo di far terminare l'epidemia di patologie asbesto correlate.

Al fine di eliminare le patologie asbesto correlate è necessario bonificare ed estirpare la fibra killer, limitando occasioni di inalazione e ingestione della stessa, poiché la minima esposizione causa amianto danni alla salute. Tuttavia è imprescindibile proseguire ed investire nella ricerca scientifica e nella sorveglianza sanitaria al fine di trovare delle più efficaci e moderne soluzioni, velocizzando i tempi di diagnosi delle malattie, affinché aumentino le possibilità di guarigione.

I minerali di amianto e la loro classificazione

Gli inosilicati (dal greco ine, fibra) sono silicati in cui i tetraedri si uniscono per formare catene singole o doppie. Appartengono al gruppo degli inosilicati gli anfiboli (dal greco ''amphiboles'' che significa "ambiguo"), i più cancerogeni. Sono quelli che con i serpentini costituiscono gli asbesti, comunemente noti come amianti.

L'aspetto degli anfiboli varia in base alla cristallizzazione amianto, il colore va dal bianco della tremolite al (o amianto grigio), al nero dell'orneblenda al verde dell'attinolite. Sono minerali idrati e cristallizzano solo in presenza di acqua. I fillosilicati (dal greco phyllon, foglia) sono silicati con struttura a strati a simmetria tetraedrica, con aspetto lamellare o scaglioso e sfaldature ben definite. Appartiene ai fillosilicati il gruppo di minerali del serpentino. I serpentini più comuni sono la lizardite, il crisotilo e l'antigorite.

Settori di utilizzo di amianto in Italia

Fin dall'antichità l’amianto, asbesto sinonimo, è stato impiegato in diversi modi per le sue caratteristiche ignifughe e fonoisolanti. Tra il 1959 e il 1975, in Italia, ci fu il boom dell’utilizzo di asbesto e quindi di amianto.

Fino al 1993, quando entrò in vigore la Legge n. 257 del 1992 di divieto di utilizzo, produzione ed estrazione dell’asbesto, in Italia era già stato impiegato, circa 3.000 applicazioni. Ad oggi molti Stati continuano ad utilizzarlo e commercializzarlo, provocando danni non indifferenti a tutte quelle persone che ne restano esposte. L'informazione legata ai diversi impieghi dell’amianto comporta una più facile individuazione dei siti interessati e la conseguente riduzione dei rischi per la salute.

L'amianto utilizzato in passato nell'edilizia

In passato l'asbesto è stato impastato con il calcestruzzo per ottenere delle tegole, degli stucchi e degli intonaci più resistenti, oltreché il cemento sotto forma di lastre ondulate (maggiormente utilizzati nelle coperture degli edifici industriali, civili e prefabbricati) e di lastre piane, utilizzati nella produzione, fognature, di tubi di acquedotti dell’acqua potabile, serbatoi d’acqua e canne fumarie.

Industria e l'utilizzo di amianto nel tempo

L'asbesto è impiegato anche nella produzione di diversi prodotti ed oggetti, quali l'isolante termico nei processi ad alte temperature (industrie chimiche, siderurgiche, vetrarie, ceramiche, distillerie, zuccherifici, centrali termiche e termoelettriche) e a basse temperature o come antifiamma nelle condotte per impianti elettrici.

Anche in campo tessile corde, nastri e tessuti per tute protettive antifuoco, tute per l’industria siderurgica e tute per piloti da corsa vedono l'impiego dell'asbesto.

Nell’industria chimica e alimentare sono state utilizzate carte d’asbesto o polvere compressa, anche per la filtrazione del vino e delle bibite. Come cause amianto esposizione ci sono anche tanti oggetti di uso quotidiano o oggetti di uso domestico: asciuga capelli, stufe, tendaggi, teli da stiro, forni, filtri per sigarette e persino in alcuni giocattoli, ad esempio la sabbia artificiale, in alcuni preparati farmaceutici e nelle solette da scarpe.

Amianto e trasporti: un utilizzo molteplice

Nel settore dei trasporti, l'amianto è stato utilizzato per l'isolamento delle carrozze ferroviarie, di navi e autobus. I materiali d’attrito erano composti dall'amianto, impastato con resine sintetiche nella realizzazione dei ferodi dei freni e delle frizioni degli autoveicoli.

Il divieto di utilizzo dell'asbesto in Italia

Il Regno Unito, dopo aver acquisito dei dati che correlavano un'incidenza tra la presenza di asbesto e tumori, introdusse, nel 1930, le prime misure di cautela incrementando la presenza e l'efficacia di condotti di ventilazione e canali di sfogo. Anche la Germania nel 1943, riconobbe l'origine del cancro al polmone e del mesotelioma nell'inalazione di polveri di asbesto, pertanto istituì un risarcimento amianto per gli operai colpiti da tali patologie.

Il primo stato a bandire l'asbesto, nel 1983, fu l'Islanda. I Paesi che hanno seguito quello stesso esempio sono oggi 62: quelli dell’Unione Europea e Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, Kuwait, Seicelle ed Uruguay. In Italia, con la Legge 257/1992, che ha dettato anche specifiche cautele per i lavoratori esposti all'asbesto, ma senza obbligo di bonifica, sono state vietate la produzione, la lavorazione e la vendita dell'asbesto.

La produzione di amianto nei Paesi del mondo

La produzione di amianto ha superato i 2 milioni di tonnellate (2013 Minerals Yearbook, U.S. Department of the Interior, U.S. Geological Survey, R. L. Virta). Nel 2014,  la Russia ne ha estratto circa 1.100.000, la Cina oltre 400.000, il Brasile circa 284.000, il Kazakhstan 240.000, l’India 270.000, e tra gli utilizzatori la Russia (608.000), la Cina (507.000), l’India (379.000), il Brasile (154,000) ed il Kazakhstan (68.000).

In Italia, tra il 1946 e il 1992, ne sono state lavorate 3.748.550 tonnellate. Ad oggi, sono presenti più di 40.000.000 di tonnellate di materiali di asbesto in circa 1.000.000 di siti, tra cui più di 2400 scuole, 800 biblioteche e centri di studio, 250 ospedali, 300.000 km di tubature di acqua potabile.

L'eliminazione dei prodotti amianto nel 2025

Dal 1 luglio 2025 tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno aver provveduto all’eliminazione dei “prodotti” di amianto (Regolamento UE 2016/1005) e alla conseguente eradicazione delle malattie asbesto correlate, al fine di perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 e lo sviluppo sostenibile.

Infatti, dai dati epidemiologici registrati dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) emerge il perdurare dell’insorgenza di malattie attribuibili a esposizioni ad amianto nel nostro Paese, ma non solo. Per questo il Parlamento Europeo aveva già presentato una risoluzione nell’ottobre 2021 “per la protezione dei lavoratori dell’amianto”. Gli Stati membri avrebbero dovuto intraprendere azioni per eliminare gli effetti alla salute dovuti alle esposizioni ad amianto, professionali e ambientali.

Dispositivi di protezione per l'esposizione ad asbesto

In caso di esposizione ad asbesto, si rendono indispensabili i dispositivi di protezione individuale (DPI). L'informazione del personale sul rischio, si rende indispensabile per il corretto utilizzo di tali dispositivi e per l'addestramento all'uso, la consapevolezza legata alle modalità d'impiego e lo stato, con manutenzione periodica. Per quanto concerne il rischio asbesto, si richiede l'utilizzo di:

  • tute di protezione con cappuccio e chiuse ai polsi e alle caviglie (al contrario delle tute monouso, quelle in Tyvek o gore-tex possono essere riutilizzate, ma possono essere lavate solo in  lavanderie autorizzate al fine di non contaminare l'ambiente domestico);
  • copriscarpe o stivali di gomma o materiale lavabile, con un gambale abbastanza alto da essere coperto dai pantaloni della tuta;
  • guanti;
  • protettori delle vie respiratorie, a maschera facciale o a semimaschera, isolanti o non isolanti, tra cui maschere con il grado di protezione FFP3;

I metodi per la bonifica dell'amianto

La bonifica amianto consiste nella rimozione del minerale, oppure nell'incapsulamento, o nel confinamento dell'asbesto e amianto.

Soltanto con la bonifica si evita l'esposizione ad asbesto, e dunque il danno alla salute umana, e dunque la prevenzione amianto di tipo primario.

Rimozione dell'amianto: il metodo più diffuso

Il procedimento di bonifica di amianto più diffuso è la rimozione dei materiali di asbesto. In questo modo, viene meno ogni potenziale fonte di esposizione ad asbesto e quindi al rischio per la salute.

Il procedimento di bonifica dell'asbesto con la rimozione pone a rischio coloro che lavorano in queste attività, poiché i materiali si riducono allo stato pulverulento, e quindi vi è la produzione di contaminanti ambientali, che poi debbono essere smaltiti in appositi depositi.

La procedura di rimozione amianto ha il vantaggio di evitare la necessità di controlli periodici sui materiali di amianto, ed è consigliata, in modo particolare, nel caso di elevata friabilità dei materiali, dovuta anche allo stato di logoramento dei materiali aggrappanti. Per evitare che le fibre di amianto si stacchino dalla superficie del materiale rimosso, ovvero per preservarsi da quelle che sono già presenti, deve essere utilizzata la massima cautela.

Sono necessarie le segnalazioni del cantiere e i lavoratori debbono essere con maschere e tute monouso, per evitare che il corpo entri in contatto con le fibre di amianto e soprattutto che le stesse possano penetrare negli alveoli polmonari e negli altri organi dell'apparato respiratorio. Deve essere utilizzato un liquido aggrappante delle fibre, per permettere poi la rimozione in sicurezza dei materiali, in particolare delle coperture in cemento amianto.

Sono evitate le pratiche che comportano la rottura e/o la frantumazione dei materiali di asbesto, per evitare l'aerodispersione dell'asbesto fibra. Successivamente, i materiali di amianto debbono essere stoccati in modo da evitare il rischio di aerodispersione di polveri e fibre di amianto, utilizzando contenitori in cemento oppure teli di plastica.

Incapsulamento amianto come forma di sicurezza

L'incapsulamento, come forma di messa in sicurezza dei materiali di asbesto, si realizza con prodotti penetranti o ricoprenti che inglobano le fibre di asbesto, tanto da costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta.

I costi e i tempi di intervento sono minori e non c'è la produzione di rifiuti di amianto, e la necessità di stoccarli nella discarica. Questa procedura di messa in sicurezza dei materiali di asbesto rende però necessari controlli periodici e manutenzione.

Confinamento amianto e messa in sicurezza

Il confinamento costituisce la tecnica di messa in sicurezza dei materiali di asbesto con l'utilizzo di barriere che dividono le aree con la presenza di materiali di amianto, rispetto alle altre. Si realizza in concomitanza con il trattamento di incapsulamento.

Il confinamento è la soluzione più indicata per materiali facilmente accessibili, soprattutto per quanto riguarda le aree circoscritte. I costi sono contenuti ed è sempre necessario un programma di controllo e manutenzione.

Per la bonifica amianto in Italia è necessario rivolgersi ad aziende regolarmente iscritte all'Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti (Corte di Cassazione, sentenza n. 11128/2015). La legge di stabilità 2016 ha previsto  la detraibilità del 65% delle spese di bonifica proprio al fine di incentivare la messa in sicurezza e rendere più sostenibili gli alti costi di smaltimento. L'Avv. Ezio Bonanni, anche nel corso di numerose conferenze e incontri di studio in Italia e all'estero, ha sempre ribadito che soltanto con la bonifica  può essere realizzata la infettiva protezione e la prevenzione efficace delle malattie asbesto correlate.

L'obbligo di tutelare la salute dei lavoratori

La direttiva n. 477/83/CEE hai imposto agli Stati membri  le prime misure di tutela dei lavoratori esposti ad asbesto ed è stata poi sostituita con la Direttiva n. 148/2009/CE, fino al divieto di utilizzo di asbesto per tutti gli Stati europei. La legislazione comunitaria  ha preso atto delle evidenze scientifiche  della cancerogenicità delle polveri di amianto, a prescindere dai livelli espositivi  e senza che ci sia una soglia al di sotto della quale il rischio si annulli.

In Italia, già prima  che fosse introdotto il divieto di estrazione e lavorazione (L. 257/92, art. 1), erano in vigore una serie di norme cautelari che avevano la finalità di tutelare i lavoratori rispetto a rischio amianto. Misure di prevenzione tecnica e di protezione individuale erano finalizzate ad evitare  o quantomeno ad abbattere notevolmente il livello di esposizione ad asbesto per evitare l'insorgenza delle malattie.

Amianto: risarcimento dei danni ai lavoratori

Sulla base del divieto di esposizione, in caso di danni biologici per malattia professionale amianto correlata e in caso di decesso, il datore di lavoro e tutti i titolari delle posizioni di garanzia sono gravati dell'obbligo dell'integrale risarcimento dei danni, sia quelli patrimoniali sia quelli non patrimoniali, sia quelli della vittima diretta, sia quelli dei loro congiunti, con quantificazione equitativa.

Il divieto di esporre i lavoratori alle fibre di asbesto si fondava  sulla risalente conoscenza della capacità lesiva delle fibre di amianto, a prescindere dai limiti di soglia (tra le tante Cassazione, IV Sezione Penale, sentenza n. 4915 del 2012), nel rispetto dei precetti costituzionali. La Costituzione Italiana tutela la salute e l'incolumità psico-fisica dei cittadini e ragione i lavoratori (art. 32 Cost. e art. 2087 c.c.). L'obbligo di risarcimento dei danni amianto sussiste anche nel caso in cui si ritenesse sussistente una esposizione non elevata alla fibra killer, tanto più se suscettibile di ulteriore riduzione (Cass., Sez. lav., sentenza n. 4721/1998; Cass., IV Sez. pen., sentenza n. 5117/2007).

I danni risarcibili per le vittime dell'amianto

Le vittime di danni riconducibili all'asbesto hanno diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, cioè biologici, morali ed esistenziali (Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, sentenza n. 24217/2017). In caso di decesso, i familiari delle vittime hanno diritto ai risarcimenti (danni indiretti, subiti in qualità di eredi della vittima, e danni diretti, subiti personalmente).

Anche i danni subiti per la sola esposizione ad asbesto debbono essere danni risarcibili, perchè provocano sempre e comunque un pregiudizio, se non altro di natura morale. Gli indennizzi INAIL, il vitalizio INAIL, le prestazioni del FVA e i benefici contributivi per esposizione ad amianto, ex art. 13, comma 7, L. 257/92, sono indennizzi e non costituiscono risarcimento del danno.

Procedura per richiedere il risarcimento danni

Per questo motivo e per via della complessità di questi aspetti è necessaria l'assistenza legale, per ottenere la più ampia tutela dei diritti delle parti assistite. Il lavoratore può chiedere il risarcimento dei danni subiti con un ricorso al Tribunale civile, in funzione di Magistratura del Lavoro. I diritti delle vittime possono essere esercitati con la costituzione di parte civile nel procedimento penale, nel quale possono essere citati i datori di lavoro quali responsabili civili.

L'azione di risarcimento danni amianto eredi defunto, sia per i danni iure hereditario, sia per i danni iure proprio (pregiudizi subiti direttamente dai familiari della vittima, sia nel corso della malattia che nel periodo successivo al decesso, anche per la perdita del rapporto parentale, oggetto di tutela nelle norme di cui agli artt. 29, 30 e 31 della Costituzione) può essere promossa anche in sede civile (Giudice del lavoro per i dipendenti del settore privato), in un unico giudizio (Cass. Sez. Lav. 18503/2016). In alcuni casi, il Giudice del Lavoro dispone la separazione dei giudizi. Perciò l'azione di risarcimento dei danni iure proprio, cioè quelli subiti direttamente dai familiari, deve essere proseguita innanzi al Giudice Civile.

Per il pubblico impiego non privatizzato, in particolare per i militari, la giurisdizione è del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Per i danni dei familiari e di coloro che avevano con la vittima un significativo rapporto, la giurisdizione è del Giudice ordinario.

Indennizzo Inail per malattie asbesto correlate

Tutti i danni asbesto, per malattie professionali riconosciute, debbono essere risarciti, alla vittima diretta o ai loro familiari in caso di decesso. Nel caso in cui l'infermità sia riconosciuta malattia professionale, sussiste prima di tutto il diritto all'indennizzo INAIL. Nel caso di rapporto di lavoro pubblico non privatizzato (militari) hanno diritto invece all'equo indennizzo e alle prestazioni di vittima del dovere, ai sensi dell'articolo 1, Commi 563 e 564 della legge 266 del 2005, oltre alla pensione privilegiata.

Liste INAIL per malattie professionali da amianto

Con riferimento alle diverse patologie asbesto correlate, il sistema tabellare si articola su tre liste, rispetto alle quali le malattie comprese nella lista I comportano l'immediato riconoscimento e l'indennizzo in forza del principio della presunzione legale di origine.

L'INAIL è l’ente deputato a indennizzare i lavoratori vittime di malattie professionali tra le quali quelle da asbesto. Le malattie amianto sono divise in 3 liste malattie professionali INAIL, che vanno riconosciute ed indennizzate.

Nella Lista I delle malattie asbesto la cui origine lavorativa è di “elevata probabilità":

Queste malattie amianto, qualificate malattie professionali asbesto correlate, sono assistite dalla presunzione legale di origine. Il lavoratore vittima di una di queste malattie, oppure la vedova o i figli minorenni o studenti che hanno diritto alla rendita di reversibilità, per potere ottenere l'indennizzo, debbono semplicemente dimostrare la presenza di asbesto nell'ambiente lavorativo. Infatti non occorre dover dimostrare l'esposizione diretta nè un particolare livello di esposizione (Cass., Sez. Lav., n. 23653/16).

L'INAIL, in questo caso, deve indennizzare la patologia, con una rendita nei casi di lesione pari o superiore al 16%, oppure indennizzare il danno biologico nel caso di infermità dal 6 al 15% (indennizzo INAIL danno biologico e danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro).

La altre malattie asbesto correlate riconosciute

Nella Lista II INAIL sono comprese le malattie causate dall’asbesto la cui origine lavorativa è di "limitata probabilità":

In questo caso, la vittima asbesto deve dimostrare l'origine professionale della malattia amianto. La prova del nesso causale è resa più agevole dal fatto che la letteratura scientifica da tempo riconduce queste malattie all'esposizione a polveri e fibre di asbesto.

Anche in questo caso la rendita mensile è riconosciuta quando si raggiunge il 16%, ed in proporzione al grado invalidante e all'entità della retribuzione, mentre nei casi di lesione inferiore al 16% e a partire dal 6%, il lavoratore ha diritto al solo indennizzo del danno biologico.

La lista III INAIL comprende solo il tumore all’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta possibile. Inoltre, l'esposizione ad asbesto provoca una più alta probabilità di contrarre cardiopatie, problemi cardiovascolari e cardiocircolatori, oltre a numerose altre patologie da amianto.

Altre patologie correlate all'amianto non riconosciute

Oltre alle malattie riconosciute ufficialmente dall’INAIL, ci sono molte altre patologie che possono essere ricondotte all’esposizione all’amianto. La letteratura scientifica, insieme al professor Giancarlo Ugazio, riscontrano una correlazione tra l'asbesto e alcune neoplasie, che colpiscono:

  • cervello;
  • colecisti;
  • pancreas;
  • prostata;
  • rene;
  • tiroide;
  • vagina-vulva;
  • emolinfopoietici;
  • mammella.

Inoltre molti studi hanno dimostrato che il cancro alla vescica sia dovuto all'esposizione a questo cancerogeno, come “An update review of the literature: risk factors for bladder cancer with focus on occupational exposures” di Olfert, Felknor e Delclos.

A questi tumori da amianto si aggiungono altre malattie degenerative non tumorali, tra cui la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari.

Militari vittime dell'amianto e vittime del dovere

L'Avvocato Ezio Bonanni tutela le vittime del lavoro e le vittime del dovere, con riferimento ai danni amianto, e altri cancerogeni, ovvero derivanti dall'attività in favore dell'amministrazione, per infermità contratte a causa dell'attività di servizio.

Ha tutelato e tutela anche le vittime del dovere che sono coloro che hanno contratto infermità per esposizione ad asbesto nello svolgimento di missioni e delle attività proprie di cui all'art. 1, comma 563, L. 266/2005, ovvero coloro che hanno contratto infermità svolgendo un servizio per l'amministrazioni in particolari condizioni ambientali, eccedenti l'ordinarietà, ai sensi dell'art. 1, lettera c) del d.p.r. 243/2006, in forza dell'art. 1, comma 564 della L. 266/2005, per ottenere le prestazioni dovute.

L'esposizione a polveri e fibre di amianto integra a tutti gli effetti il presupposto per ottenere, in caso di riconoscimento di causa di servizio, anche quello di vittima del dovere. Le categorie più a rischio sono quelle di coloro che hanno prestato servizio quali civili o militari nelle Forze Armate (Marina Militare, Esercito, Aeronautica e Carabinieri) e nel Comparto di Pubblica Sicurezza (Polizia, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco).

Le prestazioni aggiuntive per le vittime del dovere

Nello svolgimento del loro servizio, si sono verificate esposizioni a diversi cancerogeni, ed in particolare alle fibre di asbesto. Ne sono rimasti colpiti, in modo particolare, coloro che hanno svolto servizio in imbarco nelle unità navali della Marina Militare Italiana.

L'Avv. Ezio Bonanni ha dimostrato che per queste categorie, vi è stata un'elevata esposizione a polveri e fibre di asbesto. Anche per effetto della norma di cui all'art. 20, della L. 183/2010, questi militari, come tutti coloro che hanno contratto infermità nella Marina Militare o nelle altre Forze Armate, come patologie asbesto correlate, hanno diritto al riconoscimento delle prestazioni previdenziali, tra le quali speciale elargizione, speciale assegno vitalizio, assegno vitalizio, e tutti gli altri diritti.

A queste si aggiunge il risarcimento dei danni.  Anche i familiari di coloro che sono deceduti hanno diritto a queste prestazioni assistenziali e previdenziali e al risarcimento dei danni, anche iure proprio.

Riconoscimento di benefici contributivi da amianto

Fino al 2004, l'INAIL era incaricata di accertare i rischi legati all'asbesto nei luoghi di lavoro della vittima tramite professionisti interni inquadrati nella CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione). Sulla base dei risultati degli accertamenti veniva rilasciato un certificato di avvenuta esposizione all'amianto.

Si aveva così diritto ai benefici contributivi da amianto. Con il decreto interministeriale del 27 ottobre 2004 (adottato ai sensi dell'art. 47 della legge n. 326 del 2003), questa procedura è cambiata ed è stato ridotto il coefficienti per la rivalutazione contributiva da 1,5 a 1,25. Il coefficiente 1,25 è utile solo ai fini della misura della pensione e non più anche per la maturazione del diritto per i benefici contributivi da amianto.

La Legge n. 326 del 2003 ha inoltre sancito che la domanda all'INAIL per il rilascio del certificato di esposizione ha un termine di decadenza di 180 giorni, che decorrono dall'entrata in vigore del decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, scaduto il quale l'azione giudiziaria non era più proponibile.

Attualmente la normativa è stata modificata ulteriormente. I benefici contributivi amianto permettono di maturare in anticipo il diritto a pensione e di ottenere la rivalutazione della posizione contributiva con il coefficiente 1,5.

Come ottenere il prepensionamento amianto

All'art. 13 la Legge n. 257 del 1992 ha introdotto dei benefici rivolti ai lavoratori esposti alle fibre di asbesto, che consistono in una rivalutazione della prestazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi in esposizione all'asbesto.

Il beneficio è rivolto innanzitutto ai lavoratori di cave e miniere di amianto, o che abbiano contratto una malattia professionale asbesto correlata e ai lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai 10 anni.

Recentemente la Corte di Cassazione, sezione lavoro, con sentenza n. 2243/2023 ha affermato il principio della non applicabilità del termine di decadenza del 15.06.2005. Tuttavia questa decisione fa riferimento ai pensionati collocati in quiescenza prima dell’entrata in vigore della L. 326/2003.

Pensione inabilità per vittime amianto

L’articolo 1, comma 250, della Legge 232/2016, ha sancito il diritto all’immediato pensionamento per i lavoratori sprovvisti dei requisiti per il pensionamento al momento dell’insorgenza di mesotelioma, tumore polmonare o asbestosi di origine professionale, senza limite di grado invalidante (decreto del 18/07/2017). Successivamente, tale disposizione normativa è stata estesa a tutti i casi di riconoscimento di patologia asbesto-correlata.

La procedura di pensionamento immediato può essere adottata solo se, nonostante l’accredito dei benefici amianto con il coefficiente 1,5, non si matura il diritto a pensione.

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