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Chirurgia, trattamento della cura del tumore

La chirurgia è una delle principali modalità di cura per il tumore. Non sempre è possibile operare chirurgicamente: è infatti importante che il tumore sia di dimensioni limitate e circoscritte. Queste condizioni si verificano quando il tumore viene diagnosticato in maniera precoce, quando ancora la massa non è eccessivamente estesa.

La rimozione chirurgica del tumore può essere combinata con la radioterapia e la chemioterapia, che servono a neutralizzare le cellule tumorali che potrebbero essersi propagate in altri punti del corpo tramite la circolazione sanguigna e quella linfatica. In alcuni casi radioterapia e chemioterapia vengono usate anche prima dell'intervento chirurgico, allo scopo di ridurre le dimensioni del tumore prima di rimuoverlo.

In questa guida scopriamo tutto sulla chirugia del tumore, quando è possibile utilizzarla, tipologie di anestesia ed eventuali complicazioni nel post-operatorio.

Lo studio legale dell'Avv. Ezio Bonanni assiste le vittime dell'amianto, dell'esposizione a tutti i cancerogeni e le vittime di malasanità ed errore medico per ottenere il risarcimento integrale dei danni previsto dalla legge. L'Avv. Ezio Bonanni è il Presidente dell'ONA che da decenni è in prima linea in Italia nella lotta all'amianto e fornisce anche assistenza medica e psicologica ai malati.

Chirurgia del tumore: in cosa consiste?

La chirurgia permette di resecare il tumore alla radice asportandolo. Esistono diverse tipologie di chirurgia come vederemo in seguito.

Non sempre la chirurgia è però l'opzione migliore, e non tutti i tumori sono uguali. Ad esempio l'operazione chirurgica classica non è la scelta migliore in caso di mesotelioma. La scelta dipende oltre che dal tipo di tumore, dallo stato di salute generale del paziente, dalla posizione del cancro e dalla stadiazione. In un tumore che ha già formato metastasi diffuse in distretti corporei differenti da quello del tumore primaria l'operazione chirurgica è di solito consigliata solo per un eventuale riduzione della massa tumorale, per migliorare la qualità della vita del paziente.

Per approfondire tutto ciò che riguarda la tutela medica e legale per le vittime di mesotelioma è utile consultare “Come curare e sconfiggere il mesotelioma e ottenere le tutele previdenziali e il risarcimento dei danni” dell’Avv. Ezio Bonanni.

Lo studio legale dell'Avv. Ezio Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto si occupano di assistere tutte le vittime e soprattutto coloro che sono stati esposti ad agenti cancerogeni, come l’amianto. Inalare o ingerire fibre di asbesto può portare a fenomeni di infiammazione e far insorgere gravi patologie asbesto correlate, tra le quali figura appunto il mesotelioma, come confermato nell’ultima monografia IARC.

Quando si ricorre alla chirurgia per curare il tumore

L'opportunità di ricorrere o meno alla chirurgia per curare il tumore viene valutata dai medici caso per caso. Ci sono infatti , come detto più su, diversi criteri da prendere in considerazione per fare la scelta migliore: la tipologia di tumore, quanto esteso, in quale stadio si trova, e anche in quale parte dell'organismo è posizionato. Infine è importante valutare anche le condizioni di salute complessive del paziente.

Di solito si ricorre alla chirurgia nei seguenti casi:

  • ridurre la compressione di organi circostanti;
  • rimuovere tumori agli stadi iniziali, dalle dimensioni circoscritte;
  • rimuovere metastasi localizzate.

Quando non è possibile ricorrere alla chirurgia

Quando invece si evita di intervenire chirurgicamente? Tutto dipende dal rischio che l'operazione stessa comporta (il cosiddetto rischio operatorio): se questo supera i possibili benefici si evita l'intervento chirurgico. Questo accade ad esempio quando il paziente ha un'età avanzata, quando presenta altre patologie, ma anche quando la salute complessiva non è abbastanza buona.

Il cancro può infatti causare anche una debilitazione generale, e questo può influire molto negativamente sul processo di ripresa successivo all'operazione. Infine l'operazione chirurgica non è indicata, coem già detto, in presenza di metastasi.

Sintetizzando è sconsigliato optare per la chirurgia quando:

  • tumore si trova in uno stadio avanzato ed è già molto esteso;
  • tumore è posizionato in un punto tale che l'operazione comporterebbe il rischio di danneggiare gli organi vicini;
  • il paziente soffre di linfoma o leucemia.

I controlli da fare prima dell'intervento chirurgico

Proprio per considerare tutte le variabili utili a valutare l'opportunità dell'intervento chirurgico, prima di prendere la decisione i medici sottopongono il paziente a una serie di controlli. In questo modo si accertano le condizioni generali di salute, la reattività dell'organismo alle infezioni, ma anche il corretto funzionamento di organi come il cuore, il fegato e i reni.

A questo scopo vengono prescritti elettrocardiogramma, esami del sangue e delle urine, radiografia del torace, più altri esami specifici che il medico riterrà necessari.

Una volta fatti tutti questi accertamenti arriva il momento del colloquio con il chirurgo, che fornirà al paziente una serie di informazioni importanti:

  • motivi che rendono l’intervento necessario;
  • se ci sono, alternative terapeutiche all'operazione chirurgica;
  • obiettivi dell’intervento;
  • come si svolgerà l’intervento;
  • eventuali rischi ed effetti collaterali dell'operazione.

La preparazione all'intervento chirurgico

A questo punto al paziente viene sottoposto il "consenso informato", un documento da sottoscrivere in cui il paziente conferma di aver ricevuto tutte le informazioni e autorizza il chirurgo a operare.

Successivamente c'è anche un colloquio con l'anestesista, altrettanto importante. Il medico anestesista spiega al paziente a quale tipo di anestesia verrà sottoposto (anche questo dipende dal tipo di tumore e dalle condizioni del paziente)

Si procede quindi alla preparazione prima dell’intervento, una serie di operazioni preliminari anch'esse vincolate al tipo di intervento e di anestesia che verranno fatte. Di solito gli step della preparazione all'intervento sono questi:

  • non mangiare cibi solidi per almeno sei ore prima dell’intervento;
  • non ingerire liquidi per almeno due ore prima dell’intervento;
  • indossare un apposito camice operatorio;
  • togliere qualsiasi tipo di gioiello;
  • rimuovere trucco e smalto per le unghie;
  • togliere lenti a contatto e dentiera.

Infine il personale infermieristico provvederà a radere, se necessario, la zona da operare e somministrare quando necessario purganti o sedativi.

Quali sono le diverse tipologie di anestesia?

Come abbiamo accennato ci sono diverse tipologie di anestesia e il medico valuterà quella più adatta alle condizioni del paziente, alle caratteristiche e alla posizione del tumore.

Di seguito i tipi di anestesia più utilizzati:

  • locale, che agisce unicamente su una zona circoscritta, in cui verrà fatta l'operazione;
  • loco-regionale, in cui l’iniezione di anestetico avviene in prossimità del tronco nervoso, così da bloccare la trasmissione degli impulsi dolorosi afferenti a quella via;
  • spinale o sub aracnoidea, che viene fatta introducendo un sottile ago tra due vertebre lombari o sacrali, iniettando l’anestetico all’interno del canale vertebrale, trapassando la spessa membrana che protegge il midollo spinale; questo tipo di anestesia toglie sensibilità alla parte inferiore del corpo;
  • epidurale o peridurale, in cui si inietta l’anestetico all’interno del canale vertebrale, ma al di fuori della spessa membrana che protegge il midollo spinale;
  • generale, in cui il paziente totalmente incosciente, e privo di sensibilità, mobilità e coscienza.

Le tipologie di intervento chirurgico

Andiamo a vedere adesso quali sono le principali categorie di interventi chirurgici: come già accennato la scelta tra i tipi di chirurgia dipende dagli obiettivi dell'operazione, dalle condizioni del paziente e dalle caratteristiche del tumore. Di seguito i principali tipi di operazioni chirurgiche:

  • Resezione del tumore primitivo

In questo caso l'operazione serve ad asportate un tumore che non è ancora passato allo stadio di metastasi. Si tratta di casi in cui la chirurgia può avere esiti risolutivi.

  • Resezione di metastasi

In questo caso si procede a rimuovere i linfonodi locali e regionali per valutare la propagazione del tumore e fare in modo da minimizzare la possibilità di una recidiva. Alcune tipologie di metastasi possono anche essere trattate tramite radioterapia (può essere al caso del tumore ai polmoni, al fegato e al cervello).

  • Debulking del tumore o citoriduzione

Si tratta di una resezione chirurgica per ridurre le dimensioni del tumore. Si tratta di un'opzione che viene spesso scelta quando risulta impossibile rimuovere completamente il tumore.

Chirurgia palliativa, ricostruttiva e robotica

  • La chirurgia palliativa

È un'operazione che serve principalmente invece a ridurre la sintomatologia e preservare la qualità della vita della vittima.

  • Chirurgia ricostruttiva

Si tratta di operazioni che vengono fatte in un momento successivo alla rimozione del tumore e che hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita del paziente. Il tipo di chirurgia ricostruttiva più comune è quella cui vengono sottoposte le donne che hanno subito la mastectomia in seguito all'asportazione di un tumore al seno.

  • Chirurgia robotica

La tecnologia ha espanso le possibilità della chirurgia e il caso della chirurgia robotica è esemplare. Nei casi in cui occorre estrema precisione nell'operazione infatti ci si può servire di macchinari all'avanguardia che permettono al chirurgo di ampliare la sia capacità di visione, ma anche di azione. Basti pensare che la mano del robot può muoversi s 360° con 7 gradi di libertà, mentre quella umana a 180° con 4 gradi di libertà. Al movimento di un centimetro della mano del chirurgo corrisponde uno spostamento di un millimentro del robot.

Le possibili complicazioni post-operatorie

I tempi di ripresa dopo un'operazione chirurgica oncologica non sono uniformi e dipendono dalle caratteristiche del paziente e dell'operazione stessa. Può accadere che in seguito all'operazione si incorra in una serie di complicanze post-operatorie, di cui le più comuni sono:

  • infezioni della ferita;
  • polmoniti;
  • trombosi;
  • raccolte di liquido intorno alla ferita.

Per prevenire complicazioni di questo tipo generalmente si procede alla somministrazione di antibiotici. Per contrastare il rischio di trombosi degli arti inferiori si consigliano esercizi appositi e si prescrive l'uso di calze anti-trombo e medicinali anticoagulanti

Bisogna poi annoverare tutta una serie sintomi che possono manifestarsi nel post operatorio, come sonnolenza, debolezza, confusione, senso di nausea e freddo.

Tra le conseguenze a lungo termine poi bisogna considerare il linfedema, che consiste nel rigonfiamento di braccia o gambe, che può verificarsi per via dell'asportazione dei linfonodi in corrispondenza dell'ascella o dell'inguine.

Mesotelioma e chirurgia: quando è possibile?

Per il mesotelioma la chirurgia spesso non è il trattamento più adeguato, ma si opta per un trattamento e cura di tipo multimodale. L’ONA, di cui l'Avvocato Ezio Bonanni è Presidente, ha istituito il Dipartimento di Terapia e cura del Mesotelioma, di cui fa parte dal 2018 il Prof. Marcello Migliore.

ONA TV mesotelioma

È tra i chirurghi toracici, colui che ha ottenuto significativi risultati per la cura del mesotelioma. È ordinario di chirurgia toracica all’Università di Catania. Attualmente opera in Gran Bretagna presso l’University Hospital di Cardiff, nel Galles.

Come spiegato nella trasmissione televisiva di ONA NEWS: "Mesotelioma, amianto e malattie del lavoro", ha ottenuto significativi risultati con il trattamento sperimentale combinato di chirurgia e chemioterapia intrapleurica ipertermica intratoracica (HITHOC, Hyperthermic intrathoracic chemotherapy).

Sostenuto dall’ONA Sicilia e dall’impegno dell’On.le Pippo Gianni del CTS ONA, ex europarlamentare e attuale sindaco di Priolo Gargallo, non è stato messo in condizione di proseguire il suo lavoro con eccellenti risultati in Sicilia. Nel corso del tempo l’ONA ha più volte denunciato la scarsa attenzione del governo nazionale verso il sud Italia.

Resezione toracica della pleura e infusione del farmaco

La tecnica operatoria del Professor Migliore utilizza la resezione chirurgica della pleura, meglio conosciuta come pleurectomia decorticazione. In seguito, viene iniettato nella cavità toracica il farmaco chemioterapico ad alta temperatura (41°C). Questa procedura è stata recentemente adottata anche dal Policlinico Gemelli di Roma.

La chemioterapia ad alte temperature ha un’azione più efficace. Inoltre in questo modo il farmaco penetra in maniera più circoscritta nelle aree colpite dalla neoplasia evitando numerosi effetti collaterali.

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L'Osservatorio Colpa Medica istituito dall'Avvocato Ezio Bonnani offre assistenza legale in tutti i casi legati a errore medico, ritardo della diagnosi o della terapia.

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