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Gas radon e tutela legale

Il gas radon miete più o meno la stessa quantità di vittime del fumo ma in pochissimi ne sono consapevoli. È naturalmente presente in natura ed è una delle cause principali di tumore ai polmoni.

L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che ogni anno più di 3000 persone si ammalano di tumore ai polmoni per via del radon gas nobile radioattivo.

In questa guida cerchiamo di far luce su questo patogeno ancora poco conosciuto e sui danni che provoca alla salute. Scopriamo dove si trova e come evitarlo e come ottenere la tutela legale in caso di esposizione e malattia.

Che cos’è il gas radon?

Il radon naturale è un gas nobile e radioattivo, incolore, inodore e insapore, derivato dal decadimento dell’uranio. È presente naturalmente (anche se in piccole quantità) nel terreno e nelle rocce. Se si disperde in luoghi chiusi può essere molto pericoloso. Essendo un gas radioattivo può risultare cancerogeno se inalato, poiché rilascia particelle alfa. Esse, come tutte le radiazioni ionizzanti, hanno la capacità di interagire con la materia ionizzandola e quindi causando gravi danni al nostro DNA.

Scoperto nel 1899 da Robert B. Owens e Ernest Rutherford, si forma dal decadimento delle radiazioni alfa del radio, generato a sua volta dal decadimento delle radiazioni alfa dell’uranio.

Gli isotopi del radon, decadendo, emettono particelle alfa e si trasformano in elementi “figli”, anch’essi radioattivi:

  • Polonio 218 (218Po);
  • Polonio 214 (214Po);
  • Piombo 214 (214Pb);
  • Bismuto 214 (214Bi).

La radioattività del radon si misura in Becquerel (Bq), che indica la trasformazione di un nucleo atomico al secondo. La concentrazione nell’aria di radon gas radioattivo si esprime in Bq/m3.

Gas Radon

Dove si trova il radon?

Il radon è presente in tutta la crosta terrestre, nel terreno e nelle rocce, in quantità variabile. In particolare i materiali edili, che derivano da rocce vulcaniche, estratti da cave o derivanti da lavorazioni dei terreni, sono sorgenti di questo gas.

Gli edifici maggiormente a rischio sono quelli costruiti su suoli di origine vulcanica o fortemente permeabili e che impiegano materiali da costruzione come pozzolanegraniti e anche il tufo. Infine si può trovare anche nell’acqua potabile.

La concentrazione maggiore di gas radon si può riscontrare nelle abitazioni costruite a ridosso di terreni granitici o vulcanici, in edifici con fondamenta dirette nel terreno o addirittura all’interno di cantine o sotterranei.

Gas radon in Italia

L'Italia è uno dei Paesi più a rischio per quanto riguarda il radon. La situazione di rischio si presenta a macchia di leopardo non solo tra aree diverse ma anche nell’ambito del medesimo comprensorio territoriale.

L’Indagine Nazionale sui livelli di concentrazione di radon nelle abitazioni si è svolta tra il 1989 e il 1997, grazie all’Istituto Superiore di Sanità e all’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici). Ha fornito un quadro che illustra la situazione di rischio italiana.

Invece, negli ambienti di lavoro, il limite di concentrazione di radon in Italia è definito dal D.Lgs. 241/2000. Questo fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m³. Superato questa soglia, il datore di lavoro deve valutare in maniera più approfondita la situazione e intraprendere una bonifica radon, se il locale è sufficientemente frequentato da lavoratori.

Tale norma prevede anche la misura della concentrazione di radon in tutti i locali di lavoro sotterranei e nei locali di lavoro situati in aree geografiche a rischio elevato. In più, in questi casi, si dovrà procedere, entro 24 mesi, alla misura della concentrazione media annuale di radon.

Misurazioni e bonifica

Generalmente, grazie alla forte dispersione del radon in atmosfera, all’aperto la concentrazione non raggiunge mai livelli elevati. Tuttavia, in luoghi chiusi come case, uffici, scuole, può arrivare a essere un grave rischio per la salute.

Per ridurre l’impatto del radon gas radioattivo nei luoghi chiusi, è importante procedere alla sigillatura di tutte le crepe, onde evitare che il gas si insinui all’interno. Per evitare inquinamento radon bisognerebbe, poi, depressurizzare il terreno, aspirare l’aria interna, pressurizzare gli edifici e procedere anche all’impermeabilizzazione dei pavimenti.

É possibile misurare il livello di concentrazione di radon nell’aria, utilizzando piccole scatole contenenti un frammento di plastica simile a una lente su cui si poserà la radiazione.

Potranno poi essere analizzate in laboratorio. Poiché la concentrazione di radon varia di giorno in giorno, è consigliabile raccogliere informazioni per un anno intero. Così da avere un quadro più approfondito e dettagliato della sua presenza in una specifica abitazione o luogo di lavoro.

Radon in casa: come evitare il pericolo di esposizione

Il livello di radon raggiunto negli edifici dipende da:

  • tipologia di edificio;
  • numero di ricambi d’aria;
  • grado di ventilazione naturale o artificiale.

La principale causa è la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’edificio.

Per questi motivi i livelli di radon radioattivo sono generalmente maggiori nelle cantine e ai piani bassi e può subire sensibili variazioni giornaliere e stagionali. Infatti la concentrazione è maggiore d’inverno e nelle prime ore del mattino.

Per esempio al nord, come in Alto Adige, si è osservato che la concentrazione in casa aumenta quando il terreno ghiaccia, perchè il gelo ostacola la fuoriuscita del gas dal terreno, favorendone la fuga attraverso le case.

Un gas radioattivo e cancerogeno

L’inalazione delle sue particelle può provocare danni irreparabili alle cellule, soprattutto quelle dell’apparato respiratorio. Il radon è stato classificato dalla monografia IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come agente cancerogeno per l’uomo, appartenente al gruppo 1.

In linea generale i fumatori sembrano essere quelli più a rischio in quanto come altri cancerogeni agisce in modo sinergico con altri patogeni.

Non si è a conoscenza di una soglia minima di esposizione, ma di sicuro quanto più ci si espone al radon, tanto più alti sono i rischi di ammalarsi. La direttiva europea 2013/59/Euratom sulle norme di sicurezza di base contro l’esposizione a radiazioni ionizzanti, non ancora recepita in Italia, prevede che gli Stati Membri stabiliscano un livello di riferimento che non sia superiore ai 300 Bq/m3, sia per le abitazioni che per i luoghi di lavoro.

Sopra questa soglia è necessario intervenire per ridurre i rischi e la concentrazione di radon.

Perché il radon è pericoloso?

I prodotti del decadimento del radon, essendo elettricamente carichi, si attaccano al particolato dell’aria e penetrano nel nostro organismo tramite le vie respiratorie. Una volta nei tessuti polmonari, continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare in modo diretto o indiretto il DNA delle cellule. Se il danno non è riparato correttamente dagli appositi meccanismi cellulari, può evolversi dando origine a un processo cancerogeno e al tumore.

Gas radon sul posto di lavoro

Il livello di radon in Italia è stato fissato – a seguito di D. Lgd. 241/2000 – a un livello limite di 500 Bq/m3 nei luoghi di lavoro. Superato questo valore di radon nell’aria il datore di lavoro deve valutare se effettuare una sanificazione o procedere direttamente alla bonifica dell'area.

Nei luoghi di lavoro sotterranei è necessario procedere, entro 24 mesi, alla misura della concentrazione media annuale di radon.

Le professioni più a rischio sono i lavoratori nelle miniere di uranio o di altre miniere sotterranee, gli installatori di cavi e tubature sotterranee, gli addetti delle centrali idroelettriche.

Sono soggetti a rischio anche gli operatori dei centri termali o gli addetti a ispezioni geologiche, ma anche militari come quelli che hanno operato sul Monte Venda.

Il caso Monte Venda

La concentrazione maggiore è nelle abitazioni, ma anche i posti di lavoro non sono al sicuro, specie se si trovano sottoterra o in ambienti militari.

Ne è la prova il caso del Monte Venda (gas radon Colli Euganei, Padova) dell’Aeronautica Militare.

In forza dell’effetto sinergico con amianto e altri cancerogeni del polmone, ha provocato un’epidemia di tumori ai polmoni o patologie affini (tutte malattie riconosciute, in seguito, come professionali e causa di servizio, con diritto a un risarcimento danni e al riconoscimento, per il lavoratore, di vittima del dovere).

Nel ventre della montagna della ex base NATO del Monte Venda, il personale dell’aeronautica militare fu esposto, negli anni 90 ad amianto e a gas radon causando la morte di 120 persone.

La base militare fu chiusa nel 1998. Da allora, nel Tribunale di Padova, si sono svolti i processi per la morte dei militari con patologie asbesto correlate o dipendenti dall’esposizione a gas radon.

L’imputato Agostino Di Donna, ex direttore generale della Sanità Militare, è stato condannato per omicidio colposo plurimo.

Gas radon: salute e prevenzione

Come per ogni cosa, la prevenzione nel caso del gas radon non è impossibile. Se si è a rischio esposizione, si consiglia, per esempio, ai tabagisti, di smettere di fumare.

Che il fumo faccia male alla salute, è un fatto noto a tutti, ma poche persone conoscono il potente sinergismo che corre tra esso e l’esposizione ad amianto o altri cancerogeni come appunto il radon.

È importante, poi, effettuare controlli sanitari costanti, soprattutto se si ha il sospetto di essere entrati in contatto con sostanze pericolose nel frattempo.

Sintomi

Il radon gas sintomi più frequenti, se si è stati a contatto prolungato, sono: tossedifficoltà respiratorieraucedineperdita di peso repentinasangue espettorato.

Se ci si trova in presenza di gas radon sintomi, il consiglio è quello di contattar subito un medico ed effettuare una TAC toracica che rilevi eventuali danni subiti.

Le evidenze epidemiologiche hanno dimostrato che all’esposizione al radon è correlato un aumento statisticamente significativo del rischio di tumore polmonare.

Attualmente in Italia, infatti, costituisce la seconda causa di cancro al polmone, dopo il fumo di tabacco. L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore del polmone attribuibili all’esposizione al radon è compreso tra 1.000 e 5.500 ogni anno (su un totale annuale di circa 31.000 tumori polmonari). Inoltre la maggior parte dei casi è tra i fumatori, a causa dell’effetto sinergico tra radon e fumo di sigaretta.

Normativa gas radon in Europa e in Italia

La Commissione Europea, riguardo delle direttive sulla concentrazione di radon, con CEC 90/143, prevede dei valori raccomandati di 200 Bq/m³ per le nuove abitazioni e 400 Bq/m³ per quelle già esistenti.

Per proteggere la popolazione dall’esposizione al radon presente nelle abitazioni in Italia non esiste attualmente una normativa specifica. Tuttavia si tiene conto delle raccomandazioni dell’Unione Europea.

Per quanto riguarda, invece, le acque potabili provenienti da acquedotti pubblici, viene raccomandato un limite massimo di concentrazione di 100 Bq/l, mentre è di 1000 Bq/l per le acque potabili attinte da pozzi artesiani (Raccomandazione 2001/928/Euratom).

Il Piano Nazionale Radon (PNR) in Italia

In Italia, nel 2002, è stato elaborato un Piano Nazionale Radon (PNR).

È un piano coordinato di azioni volte alla riduzione del rischio di tumore polmonare connesso all’esposizione al radon ed ai suoi prodotti di decadimento. Questo prevede:

  • valutazione del rischio;
  • mappatura radon Italia e individuazione degli edifici a maggiore presenza;
  • identificazione di sistemi per prevenire o ridurre l’ingresso del radon negli edifici;
  • informazione della popolazione e di gruppi specifici;
  • formazione degli addetti, normative per le abitazioni e i luoghi di lavoro.

Diritti e tutela legale per le vittime esposte

Tutti coloro che per motivi di lavoro sono stati esposti al radon, corrono il rischio di contrarre patologie ad esso collegate. In caso di malattia professionale sussiste il diritto alle prestazioni assistenziali e al risarcimento.

Le malattie correlate all’esposizione al radon riconosciute dall’INAIL sono:

  • tumore del polmone (C34 – D.M. 09/04/2008, lista 1);
  • linfomi ( C82 -C85 – D.M. 09/04/2008, lista 2);
  • leucemie (C91 -C95 – D.M. 09/04/2008, lista 2).

Tra queste patologie, il tumore polmonare è inserito nella Lista I dell’INAIL. Per questo motivo sussiste la presunzione legale d’origine. Ciò vuol dire che sarà l'INAIL a dover dimostrare che la malattia non è di origine lavorativa e non la vittima. I linfomi e le leucemie sono inseriti nella Lista II. In questo caso non vi è presunzione legale d’origine e l’onere della prova dell’origine professionale della malattia spetta al lavoratore.

Una volta ottenuto il riconoscimento della malattia professionale, se il danno biologico è compreso tra il 6% e il 15%, si ha diritto all’indennizzo INAIL. Se il danno biologico è superiore al 16% si ha invece diritto alla rendita INAIL.

Il rischio di esposizione al radon è molto elevato per i militari, in particolare tra coloro che hanno svolto missioni in basi militari sotterranee.

Gli appartenenti alle Forze Armate che hanno contratto una malattia correlata all'esposizione al radon possono richiedere il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.

Risarcimento integrale dei danni

Le vittime di malattie professionali hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni. Oltre al danno biologico ci sono quello morale ed esistenziale e insieme costituiscono il danno non patrimoniale. A questo si aggiunge quello di natura patrimoniale (danno emergente e lucro cessante).

Per stabilire l’ammontare del risarcimento danni sono utilizzate le Tabelle del Tribunale di Milano. Così l’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro.

Tutela legale

Lo studio legale dell'Avv. Ezio Bonanni è in prima linea nella lotta alle esposizioni ad agenti patogeni e cancerogeni. Difende le vittime di esposizione al gas radon che hanno contratto una malattia professionale e garantisce diversi strumenti di prevenzione, in collaborazione con ONA - Osservatorio Nazionale Amianto (di cui l'Avv Ezio Bonanni è Presidente).

L’Avv. Bonanni e il suo team di legali esperti forniscono una consulenza legale per salvaguardare i diritti di coloro che ne fanno richiesta. Mettono a disposizione esperienza e competenze maturate nella difesa delle vittime di radon nelle Forze dell'ordine e non solo.

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