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Le malattie: aspetti clinici e giurisprudenziali

La malattia è un'alterazione dello stato fisiologico di un organismo, in grado di ridurre o modificare negativamente le sue funzionalità normali. II termine deriva da quello di "malato", dal latino "male aptus" traducibile con :“malconcio – malmesso”.

La malattia può essere inoltre intesa, sia come il processo patologico studiato dai medici sia come il vissuto del malato o la propria esperienza soggettiva di perdita della salute.

Danni alla salute da agenti cancerogeni

Le sostanze in grado di determinare mutazioni del DNA e che possono causare neoplasie vengono dette agenti cancerogeni. Va precisato che alcuni mutageni sono anche cancerogeni, ma alcuni agenti cancerogeni non sono mutageni.

Il tema dell’epidemiologia dell’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni è un tema molto delicato e complesso, che tiene conto di numerosi fattori, quali:

  • periodo di latenza;
  • multifattorialità nell'eziopatogenesi tumorale;
  • difficoltà nel redigere anamnesi accurate.

Esistono sostanze che vengono associate direttamente a tumori specifici. È questo il caso delle patologie asbesto correlate o del cancro amianto.

Gli agenti cancerogeni o mutageni sono presenti in diversi settori, sotto forma di materie prime: agricoltura, industria petrolchimica e farmaceutica, laboratori di ricerca. La normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.) contiene prescrizioni specifiche e rigorose per la tutela dei lavoratori potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e mutageni, considerata la loro pericolosità per la salute umana.

La classificazione IARC delle malattie

L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha identificato 400 agenti cancerogeni o probabilmente cancerogeni oppure possibilmente cancerogeni per l'uomo.

Questa classificazione è parziale, poiché soltanto poche delle sostanze, tra cui le nuove molecole chimiche sviluppate negli ultimi decenni, e nuovi prodotti, posti in commercio senza una preventiva valutazione del loro impatto su salute e ambiente, sono state oggetto di valutazione da parte dello IARC.

Le malattie del cancro o tumore maligno

Il tumore è una neoplasia, una massa di tessuto, maligna o benigna, formata da cellule che si riproducono in modo anormale, stravolgendo il processo di crescita.

Questa crescita incontrollata è causata dalle alterazioni del patrimonio genetico delle cellule (geni oncogeni), ereditate da uno o entrambi i genitori, che possono anche solo aumentarne il rischio relativo di insorgenza del tumore, rispetto al rischio di base di chi non le ha (la cosiddetta “predisposizione genetica”).

I casi di tumore benigno: caratteristiche

Il tumore benigno presenta una crescita lenta e confinata nella sede di origine, che lo differenzia da quello maligno. Con il tempo, tuttavia, alcuni tumori benigni possono causare neoplasie maligne.

Le cellule del tumore benigno sono considerate tumorali perché si moltiplicano e formano una massa che può assumere notevoli dimensioni. Queste cellule conservano le caratteristiche del tessuto di origine e non invadono gli organi circostanti e non producono metastasi in altri organi del corpo. 

In alcuni casi anche i tumori benigni debbono essere asportati con un intervento chirurgico per evitare che:

  • si evolvano in cancro;
  • vengano compressi altri organi e i tessuti sanguigni;
  • ci siano incertezza e ritardo diagnostico di tumori maligni;
  • ci siano sintomi e fastidi vari (in particolare per i tumori benigni del cervello, che possono provocare rigidità della scatola cranica e forti mal di testa e perdita di equilibrio e alterazioni dell'olfatto).

Cambiamenti per cancro nella vittima e nei familiari

Negli ultimi anni si è registrato un incremento delle neoplasie tumorali. Più del 90% delle neoplasie sono provocate da esposizioni ambientali a cancerogeni.

Ciò è dovuto alla costante formazione di nuove molecole chimiche, che inalate o ingerite, attivano la cancerogenesi, cioè la trasformazione neoplastica di cellule che divenute cancerose provocano il cancro.

Le modifiche nello stile di vita dovute alle malattie

 affrontare malattie familiari

Nonostante i progressi compiuti dalla ricerca scientifica, medica, biomedica, oncologica e clinica (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia), non è possibile garantire la completa guarigione e ristabilimento in salute del paziente.

Pertanto si assiste a uno stravolgimento della vita della persona malata, che coinvolge anche i suoi familiari, i quali si trovano costretti a modificare inevitabilmente le abitudini di vita già a partire dalla diagnosi. Comporta una serie di conseguenze come l'incapacità di lavorare e la necessità di venire assistito.

Il paziente è inoltre, costretto e legato a pratiche mediche invasive (medicina allopatica), a cui segue condizione di ansia e di preoccupazione perenne, che costituisce di per sé lesione per il benessere e l'integrità psicofisica, anche nella ipotesi migliore di assenza di ripetizione di malattia.

La capacità cancerogena dell'amianto

Con il termine amianto viene designato il gruppo di minerali degli inosilicati (serie degli anfiboli) e del gruppo dei fillosilicati (serie del serpentino), che hanno consistenza fibrosa.

Ciò che rende tanto pericoloso l'asbesto è riscontrabile nella sua conformazione: fibre infinitamente piccole che si accumulano nel corso del tempo, nell'organismo e sono altamente cancerogene per l’essere umano. Alcuni minerali di amianto non rientrano in questa classificazione, ma presentano comunque le stesse capacità cancerogene e lesive. 

L'amianto è costituito da una serie di fibre, piccole e resistenti nel tempo, che ne facilitano l'inalazione, rischiando di raggiungere le cellule mesoteliali (che compongono la membrana del mesotelio) e l'accumulo nei polmoni.

Amianto e tumori: soglia di esposizione

La pericolosità dell'asbesto risiede infatti nella sua friabilità, che facilita il rilascio di polveri e fibre. Tutto ha inizio con l'infiammazione, che poi mano a mano dà luogo ad amianto tumore, anche con basse esposizioni.

Non esiste una soglia di esposizione al di sotto della quale si può escludere il rischio cancerogeno per l’uomo. L’alta incidenza di tumori amianto è stata infatti dimostrata anche in popolazioni esposte a livelli molto bassi di fibre (IPCS INCHEM).

Gli obiettivi dell'ONA nel contrasto all'amianto

L'avvocato Ezio Bonanni è il presidente dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto, associazione di utilità sociale che ha lo scopo di fornire assistenza tecnica, medica e legale, per prevenire le malattie asbesto correlate e tutelare i diritti delle vittime e dei loro familiari da un punto di vista legale.

L'impegno dell'ONA nel contrasto all'amianto è ravvisabile su tre fronti diversi di prevenzione:

  • primaria, che prevede la divulgazione delle informazioni inerenti all'amianto e ad altri cancerogeni e la bonifica di tutti gli ambienti di vita e di lavoro, per evitare l'esposizione alle fibre di amianto, responsabili delle malattie asbesto correlate;
  • secondaria, con la quale s'intende la sorveglianza sanitaria per tutti i lavoratori esposti all'amianto, in modo tale da tenere sempre sotto contro lo status di salute e contrastare nell'immediato la possibile comparsa di una malattia;
  • terziaria, con la quale s'intende la tutela previdenziale e risarcitaria dei lavoratori esposti ad asbesto e altri cancerogeni.

Malattie professionali: che cosa sono?

La malattia professionale è una patologia contratta nell'esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose, che agisce lentamente e progressivamente sull’organismo. Per considerarla una malattia professionale, deve esistere un rapporto causale o concausale diretto tra il rischio professionale e la malattia.

Il rischio può derivare sia dallo stretto contatto con l'agente eziologico, a causa della lavorazione che l'assicurato svolge, oppure dall'ambientanzione in cui l'attività viene svolta (rischio ambientale).

I requisiti che definiscono una malattia professionale

Una malattia, per essere definita professionale, presenta i seguenti requisiti:

  • è il risultato dell'esposizione che la vittima ha subito durante il lavoro, a contatto con polveri e sostanze nocive, rumore, vibrazioni, radiazioni o misure organizzative che agiscono negativamente sulla salute;
  • il rischio deve agire a lungo nel tempo.

L'inizio della malattia professionale viene fatto solitamente decorrere dal primo giorno di assenza dal lavoro per una causa correlata a quella che verrà poi accertata come malattia professionale.

Le malattie professionali tabellate

Le malattie professionali si distinguono in tabellate e non tabellate. Le malattie professionale tabellate sono presenti all'interno delle tabelle INAIL e sollevano il lavoratore dal compito di dimostrare l'origine professionale della malattia.

Nello specifico presentano queste caratteristiche:

  • vengono inserite in due tabelle, una per l’industria e una per l’agricoltura;
  • sono causate dalle lavorazioni indicate nelle stesse tabelle;
  • sono denunciate entro un determinato periodo dalla cessazione dell’attività rischiosa, fissato nelle tabelle stesse (periodo massimo di indennizzabilità).

Per dimostrare che la malattia contratta dal lavoratore è di tipo professionale, basta che quest'ultimo provi l'esistenza di:

  • esposizione subita a un rischio ambientale provocato dalla lavorazione, interna alla tabella;
  • malattia anch’essa tabellata;
  • avvenuta denuncia nel termine massimo di indennizzabilità.

Malattie asbesto correlate riconosciute

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che le fibre di asbesto causano una serie di patologie dette asbesto correlate, che arrivano a colpire diversi organi del nostro organismo. Esistono malattie professionali tabellate provocate da amianto.

  • Mesotelioma: è una neoplasia che colpisce le cellule del mesotelio, tessuto delle membrane sierose degli organi interni. In base alla zona colpita si distingue in mesotelioma pleuricomesotelioma peritonealemesotelioma pericardicomesotelioma testicolare .
  • Asbestosi: è una fibrosi interstiziale del polmone. Comporta come sintomi difficoltà respiratoria, tosse, dolore toracico, dispnea. Può degenerare in tumore polmonare e mesotelioma pleurico.
  • Ispessimento pleurico: è una patologia che consiste nella infiammazione.
  • Placche pleuriche: sono delle lesioni della pleura. Possono essere multiple, bilaterali o simmetriche, con estensione e spessore variabili.
  • Tumore ai polmoni: è patologia asbesto correlata che può essere causata da fattori come benzene, fumo di saldatura e fumo di sigaretta.
  • Cancro delle ovaie: le ovaie possono essere colpite da tumore da asbesto. Le fibre di eternit agiscono in sinergia anche con il talco e con altri cancerogeni.
  • Tumore alla laringe: fa parte delle malattie alla gola proprio perché colpisce la mucosa che riveste l'interno della gola.

Lista II e III dell'INAIL: malattie da amianto riconosciute

Le malattie da amianto comprese nella Lista II e III dell'INAIL non hanno la presunzione legale d'origine. Perciò il lavoratore dovrà dimostrare l'avvenuta esposizione sul luogo di lavoro per questo tipo di amianto cancro.

  • Cancro alla faringe: anche questa malattia appartiene alle patologie tumorali della gola.
  • Tumore del colon retto: è la neoplasia maligna dell'intestino crasso.
  • Cancro dello stomaco: è la neoplasia provocata dalla crescita incontrollata di una massa di cellule nello strato più interno della parete gastrica.
  • Cancro dell'esofago: è un tumore maligno che si forma nel tessuto di rivestimento dell'esofago.
  • Danni cardiaci e respiratori: le malattie asbesto correlate possono provocare anche complicazioni cardiache e cardiocircolatorie.

Altre malattie amianto non riconosciute

L'asbesto provoca patologie tumorali anche in altri organi come: il cervello, colecisti, tessuti emolinfopoietici, esofago, mammella, pancreas, prostata, rene, testicolo, tiroide, vagina-vulva e vescica.

La correlazione tra quest'ultima neoplasia e l'esposizione ad amianto è stata confermata da vari studi, come:

In più ci sono le patologie degenerative non tumorali (miocardiopatia, morbo di Alzheimer, fibromialgia), oltre alla sclerosi laterale amiotrofica e a complicazioni cardiache.

Le prestazioni INAIL in caso di malattia professionale

L’INAIL indennizza i danni provocati dalle malattie professionali prevedendo prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo. Per quanto riguarda le patologie asbesto correlate possiamo fare riferimento a un'apposita normativa.

Le patologie amianto correlate si differenziano infatti dalle altre malattie professionali. Infatti non richiedono il requisito che le patologie siano contratte a causa delle lavorazioni esercitate, in quanto si tratta di malattie tipiche delle lavorazioni stesse.

Sono ricollegate ad agenti eziologici, ricompresi nella lista I di INAIL e quindi assistiti dalla presunzione legale di origine, con conseguente diritto alla costituzione della prestazione INAIL e al risarcimento dei danni differenziali e complementari a carico del datore di lavoro. In base al grado ingravidante della patologia riconosciuta si ottiene l'indennizzo (dal 5% al 16%) o la rendita (dal 16%).

Vi sono anche malattie non appartenenti alla lista I dell'INAIL, che tuttavia vengono comunque indennizzate, ove il lavoratore ne dimostri la loro origine professionale e la loro riconducibilità a esposizione a sostanze dannose nell'ambiente di lavoro.

Il riconoscimento di vittima del dovere

L'art. 1 comma 563- 564 della L. n.266 del 23/12/06 disciplina lo status di Vittima del Dovere. Con quest'espressione si fa riferimento a coloro che hanno contratto infermità e lesioni, durante lo svolgimento dell'attività lavorativa. Nello specifico devono aver prestato servizio presso le Forze Armate e Comparto Sicurezza:

  • Arma dei Carabinieri;
  • Polizia di Stato;
  • Guardia di Finanza;
  • Esercito;
  • Marina Militare;
  • Aeronautica Militare;
  • Polizia Penitenziaria;
  • Vigili del Fuoco.

Per avere il riconoscimento della causa di servizio la mansione deve essere stata svolta in particolari condizioni particolari, quali:

  • contrasto ad ogni tipo di criminalità;
  • svolgimento di servizi di ordine pubblico;
  • vigilanza a infrastrutture civili e militari;
  • operazioni di soccorso;
  • attività di tutela della pubblica incolumità;
  • a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità.

Sono equiparati alle vittime del dovere coloro che hanno subito infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative (come l'esposizione a polveri e fibre di amianto).

Equiparazione alle vittime del terrorismo

L'ordinamento, a norma dell'articolo 1, comma 565, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, di cui all'art. 1 del DPR 7 luglio 2006, n. 243, prevede l'equiparazione della vittima del dovere con le vittime del terrorismo per:

  • missioni di qualsiasi natura, autorizzate dall'autorità gerarchicamente o funzionalmente sopraordinata al dipendente;
  • particolari condizioni ambientali o operative,  implicanti l'esistenza o il sopravvenire di circostanze straordinarie e fatti di servizio che hanno esposto il dipendente a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto.

Benefici contributivi e prepensionamento immediato

I lavoratori vittime di una patologia asbesto correlata, secondo l'art.1 commi 250 bis e 250 ter L. 232/2016, hanno diritto all'accesso al pensionamento immediato.

Inoltre, grazie all'accredito di benefici contributivi si può accedere al prepensionamento o ottenere una rivalutazione dei ratei. Ciò comporta la possibilità, per chi è ancora in attività lavorativa, di anticipare il pensionamento pari al 50% del periodo di esposizione. Chi ha lavorato per 10 anni a contatto con l'amianto ha diritto ad anticipare di 5 anni il pensionamento.

Diritto al risarcimento dei danni subiti

Danni alla salute o alla propria vita, per le vittime di esposizione ad asbesto comporta conseguentemente il diritto al risarcimento dei danni.

Nello specifico, il risarcimento prevede sia dei danni patrimoniali che non patrimoniali, con particolare riguardo al danno biologico e a quelli morali ed esistenziali.

Gli stessi diritti valgono per i familiari superstiti della vittima, in caso di decesso. Ci riferiamo in questo caso: al coniuge e ai figli minorenni o fino all'età di 26 anni se studenti universitari e fino a 21 anni di età se studenti della scuola superiore.

Multifattorialità dell'eziopatogenesi

Gli enti previdenziali e i datori di lavoro tentano, nella maggioranza dei casi, di sfuggire alle loro responsabilità, in ambito preventivo e indennitario (INAIL), e dagli obblighi contrattuali.

Si avvalgono infatti della caratteristica di multifattorialità nell’eziopatogenesi tumorale, che non consente di isolare facilmente il rischio esclusivamente professionale.

La normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.) contiene prescrizioni specifiche e rigorose per la tutela dei lavoratori potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e mutageni, considerata la loro pericolosità per la salute umana.

Servizio di assistenza legale per le vittime esposte

L'amianto è cancerogeno, come conferma la monografia IARC. Per questo è importante segnalare i siti contaminati attraverso l'App Amianto ed evitare ogni esposizione. Purtroppo è ancora diffusa la presenza di asbesto in Italia e sono molte le vittime di malattie asbesto correlate, come testimonia "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022".

I lavoratori esposti allle fibre di amianto e che hanno contratto una malattia professionale possono richiedere la consulenza legale e ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

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