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Tumore alla faringe: sintomi, causa e terapia

Il tumore alla faringe viene classificato, come tumore della gola, al pari del tumore alla laringe e alle tonsille palatine. Come tutti i tumori, anche i tumori della gola consistono nella proliferazione incontrollata di una massa di cellule anomale. Tra i fattori che possono causare lo sviluppo di questa neoplasia c'è l'amianto.

Che cos'è la faringe e come si divide?

La faringe è un canale cilindrico muscolo-membranoso, lungo circa 15 centimetri posto tra la bocca, la cavità nasale e l’esofago. Appartiene alle vie aerodigestive superiori, adibite sia al passaggio dell'aria verso trachea e polmoni, sia alla deglutizione.

La faringe è articolata in tre diversi compartimenti, a partire dalla cavità nasale, scendendo verso l’esofago:

  • nasofaringe (o rinofaringe);
  • orofaringe;
  • ipofaringe (sede di separazione della via alimentare da quella respiratoria).

La classificazione dei tumori alla faringe

Ciascuna delle tre sezioni può sviluppare un tumore maligno. Queste patologie insorgono solitamente dopo i 40 anni, indicativamente verso i 64 anni di età.

I tumori a sede nasofaringea (o rinofaringea) sono tendenzialmente carcinomi indifferenziati, frequentemente associati al virus EBV (Epstein- Barr virus).

Il più frequente è il carcinoma a cellule squamose, che si manifesta nelle mucose faringeee e talvolta è seguito da un’infezione virale del papilloma virus umano (Human Papilloma Virus, HPV). Il restante 5% dei tumori origina invece dagli altri tessuti presenti nei vari organi del distretto, per esempio: ghiandole (adenomi), tessuto muscolare o connettivale (sarcomi), o da tessuto linfatico (linfomi).

Le tonsille, appartenenti al sistema linfatico, vengono spesso colpite dai linfomi. Questi tumori tipici di questo tipo di tessuto hanno un decorso e una prognosi diversa, in genere più favorevole, rispetto a quella dei tumori epiteliali.

Tipologie specifiche di tumore all'orofaringe

L'orofaringe è la parte di faringe in continuazione con la parte posteriore della bocca e include :

  • la base della lingua;
  • il palato molle;
  • l'arco delle tonsille;
  • la parte posteriore della cavità della bocca stessa.

L'orofaringe può venire intaccata da alterazioni precancerose, come: leucoplachia (macchia bianca) e eritroplachia macchia rossa. Queste lesioni possono facilmente mutare e trasformarsi in tumori.

Solitamente le lesioni bianche presentano un minor rischio di cancerizzazione (intorno al 5/10%) mentre le lesioni rosse presentano un rischio fino al 70%.

L’unico esame in grado di valutare l’eventualità di una trasformazione tumorale (displasia lieve, media o severa) o la presenza di una lesione già neoplastica (carcinoma in situ, carcinoma microinvasivo) è la biopsia.

Quali sono i sintomi tumore faringe?

Spesso è difficile riconoscere i sintomi di un tumore maligno alla faringe, in quanto non sempre sono specifici. I sintomi del tumore alla faringe variano a seconda della sede e dell'estensione della massa tumorale.

Per tumore faringe sintomi più comuni provocati dai tumori che si sviluppano nel nasofaringe sono :

  • difficoltà a inspirare aria dal naso;
  • epistassi (fuoriuscita di secrezioni e di sangue dal naso);
  • chiusura della tuba di Eustachio (sensazione di orecchie tappate).

Questo genere di tumore dà spesso luogo a metastasi e linfonodi, da intendere come primo segno clinico di malattia.

Le neoplasie dell'orofaringe, possono dar luogo a disfagia e odinofagia, con le quali s'intende la difficoltà a deglutire causata dal dolore. Questi sono per tumore orofaringeo sintomi principali.

I tumori dell'ipofaringe si manifestano più raramente rispetto alle altre tipologie, con sintomi quali: disfagia, alterazioni del timbro di voce, dispnea e, nelle forme più avanzate, otalgia riflessa (dolore irradiato all'orecchio).

Terapia: i nuovi trattamenti del cancro alla faringe

Anche le malattie della faringe si uniformano alle terapie principali adottate anche nei casi di tumori situati nelle altre aree corporee, cioè chirurgia, radioterapia e chemioterapia.

Gli interventi chirurgici consentono di mantenere le funzioni vocali, respiratorie e la deglutizione. Solo nei casi più gravi, è necessario procedere con l'asportazione di tutto l'organo e dei linfonodi circostanti. Allo stadio iniziale è possibile praticare l'asportazione mediante il laser.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si ricorre alla radioterapia, cui associare eventuale chemioterapia concomitante (cioè di potenziamento della radioterapia), negli stadi più avanzati della malattia.

Nel caso di tumori nasofaringei, per ampliare le possibilità di guarigione, viene presa in considerazione anche l’opzione di chemioterapia prima o dopo rispetto alla chemioradioterapia.

Trattamento tumore alla faringe: farmaci innovativi

Negli ultimi anni, affianco alla chemioterapia standard, sono entrati in vigore alcuni farmaci biologici, volti a contrastare il recettore fattore della crescita epidermica. Ciò contrasta lo sviluppo del tumore alla faringe.

Uno dei farmaci, chiamato cetuximab, agisce andando a contrastare la crescita e la proliferazione delle molecole tumorali, contribuendo a ridurne le dimensioni e aumentando le aspettative di vita. Viene adoperato nei pazienti portatori di malattie che controindicano la chemioterapia o non rispondono agli altri trattamenti, in quanto è più tollerabile dall'organismo.

Un'altra categoria recente di farmaci agisce invece come anticorpo antitumorale in modo specifico nelle aree colpite dalla malattia. Lo scopo è quello di aiutare il sistema immunitario a ripristinare la propria funzione difensiva. Questi farmaci, come il nivolumab, fanno parte della categoria di terapie chiamata immunoterapia.

Il tumore alla faringe e i fattori di rischio

L'uso combinato di tabacco e alcol aumenta il rischio di sviluppare un tumore alla faringe. Questi due infatti, rappresentano i fattori di rischio maggiore. A questi si aggiunge anche l'asbesto, come conferma la monografia IARC.

Secondo la ricerca di Selikoff e Seidman (1991) hanno osservato un SMR per il cancro dell'orofaringe di 2,18 in un campione di 17800 lavoratori maschi dell'isolamento dell'amianto negli Stati Uniti e in Canada. Questo è lo studio con il maggior numero di decessi per cancro faringeo, per un totale di 48 decessi.

Allo stesso modo anche Piolatto (1990) ha osservato una incidenza rilevante per il cancro dell'orofaringe su 1058 minatori di amianto nel nord Italia, esposti all'amianto crisotilo. Nessuna associazione è stata però osservata tra la durata dell'esposizione professionale all'amianto e il rischio di cancro della faringe.

Anche Reid (2004) ha osservato un SMR per il cancro della faringe di 1,88 in un gruppo di 5685 minatori e mugnai esposti ad amianto crocidolite nell'Australia occidentale. Lo studio di Sluis-Cremer (1992), svolto tra 7317 minatori di amianto maschi in Sud Africa, alcuni esposti a crocidolite e altri ad amosite, ha riscontrato un aumento dei casi di cancro del labbro, della cavità orale e tumore alla faringe.

Studi e ricerche sul tumore della faringe

Un'ulteriore ricerca sulle malattie faringe, realizzata da Pira (2005), ha indagato un insieme di 1996 lavoratori dell'industria tessile dell'amianto in Italia, evidenziando un SMR per il tumore alla faringe di 2,26.

Uno studio caso-controllo ospedaliero è stato invece effettuato da Marchand (2000). Su 206 casi di cancro dell'ipofaringe e 305 di controlli in Francia, ha trovato un rischio relativo di 1,80 nei 161 dei loro casi mai esposto all'amianto, ma consumatori di tabacco e alcol.

Si è concentrato sul tumore all'ipofaringe lo studio multicentrico condotto da Berrino (2003) in Europa, che ha trovato un OR per l'esposizione "probabile" all'amianto di 1,8.

Lo studio di Zheng (1992) ha preso in esame il tumore alla faringe sulla popolazione di Shanghai, nella Repubblica popolare cinese (204 casi di cancro incidenti e 414 controlli). Il rischio relativo per l'esposizione all'amianto è stato di 1,81. È stato osservato anche che il fumo di sigaretta e il consumo di alcol sono positivamente associati al cancro della faringe. Al contrario, l'aumento del consumo di alcuni tipi di frutta e verdura, come arance, mandarini e ravanelli bianchi cinesi, sembra essere associato a un ridotto rischio di tumore alla faringe.

Assistenza e tutela legale del tumore alla faringe

I pazienti affetti dal tumore alla faringe causato dall’asbesto, nel caso in cui l’esposizione sia di tipo lavorativo, hanno diritto ad una rendita INAIL, prepensionamento e altre rendite aggiuntive.

Il tumore della faringe è inserito nella LISTA II, Gruppo 6, Codice I.6.03 delle patologie asbesto correlate, delle quali non si presume l'origine professionale e quindi la prova deve essere fornita dal lavoratore. Le patologie amianto correlate della LISTA II così come quelle inserite nella LISTA III sono riconosciute se il lavoratore malato è nelle condizioni di dimostrare il nesso causale malattia-esposizione amianto.

Agenti Causali (D.M. 09/04/2008 E 10/06/2014)Riferimenti e lavorazioni D.M. 09/04/2008Periodo Max Ind.  Lista  Codice
Asbesto (1)Ind. n.57 b) Lavorazioni che espongono all’azione di fibre di asbestoIllimitatoLISTA II.6.03
Asbesto (2)n.pIllimitatoLISTA IIII.6.03.
Erionite (3)Ind. n. 58 b) Estrazione e utilizzazione dell’ErioniteIllimitatoLISTA II.6.10.

Procedura per ottenere le prestazioni INAIL

Il primo passo da compiere, ai fini dell’assistenza legale e per ottenere le prestazioni INAIL, è quello di provare a ricostruire il proprio percorso lavorativo, allegando tutta la documentazione disponibile a riguardo:

  • libretto di lavoro;
  • copia delle buste paga;
  • fotografie che mostrano le attività di lavoro all'interno dei siti contaminati;
  • piani di lavoro di rimozione amianto e le relazioni di cui all'art. 9, L. 257/92;
  • copia del documento di valutazione del rischio;
  • documenti attestanti la presenza di amianto nel sito lavorativo.

Successivamente si procede col richiedere una visita medica, presentando :

  • esami tecnico strumentali;
  • certificazioni mediche;
  • cartelle cliniche.

La domanda di riconoscimento della malattia professionale

La persona che ha contratto faringe tumore, in conseguenza all'esposizione ad asbesto, ha il diritto di chiedere il riconoscimento della malattia professionale. Per questa ragione, il primo passo da compiere è quello di recarsi da un medico del lavoro, figura adibita, in questo caso, a verificare gli incarichi lavorativi svolti.

Sulla base di questa verifica, procederà poi con la stesura del certificato di riconoscimento della malattia professionale, seguendo il modello 5SSbis previsto dall'INAIl, che farà pervenire in via telematica all'Istituto Previdenziale.

Tumore alla faringe: la risposta dell'INAIL

L'INAIL a sua volta provvederà a interpellare sulla questione la CO.N.T.A.R.P (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione centrale) che ha il compito di analizzare i rischi della presenza amianto sul luogo di lavoro, redigendo un'apposita relazione.

Nel momento in cui la C.O.N.T.A.R.P. attesti effettivamente il contatto con l'asbesto, la malattia professionale viene ufficialmente riconosciuta, così come gli indennizzi annessi:

  • rendita INAIL, prevista nel caso in cui la patologia venga riconosciuta a partire dal 16% di invalidità;
  • indennizzo INAIL,nei casi in cui la percentuale sia dal 6% al 15%;
  • Fondo Vittime Amianto, previsto, in aggiunta alla rendita, per tutti coloro che entrando a contatto con il sopracitato minerale, ne siano stati danneggiati.

Come comportarsi in caso di rigetto

Nella possibilità in cui il procedimento amministrativo dia luogo a un responso negativo, si può effettuare un ricorso amministrativo ai sensi dell'art. 104 del D.P.R. n. 1124/65, con richiesta di "riesame" del provvedimento.

Il ricorso può essere proposto anche nel caso in cui vi sia un'evidente sottovalutazione dell'effettivo danno biologico in relazione al grado dell'infermità causata dalla malattia professionale.

Il riesame della domanda amministrativa

Per dimostrare la correlazione tra amianto e patologia contratta, nei casi di rigetto, è necessario sottoporsi a visita collegiale da parte dell'INAIL.

Questa particolare visita ha luogo alla presenza di un un team di medici, che possiedono il compito di riesaminare la documentazione medica dell'assistito.

Questo passaggio è necessario a determinare l'accoglimento o meno della domanda di riconoscimento della malattia professionale, nel caso in cui ci sia una sottovalutazione della lesione riportata in correlazione alla patologia.

La valutazione operata dal Giudice del Lavoro

L'emissione del secondo provvedimento amministrativo, da parte dell'INAIL, comporta la conclusione del procedimento.

È facoltà dell'assistito decidere di proseguire nella tutela dei propri diritti oppure rinunciare. Nella prima ipotesi, sia la vittima che i familiari superstiti, in caso di decesso (coniuge, figli minorenni, disabili e maggiorenni universitari fino a 26 anni, studenti scuola secondaria 1° grado fino ai 21) possono fare ricorso presso il Giudice del Lavoro.

Il Giudice svolge l'incarico di valutare le prove che gli vengono presentate, in particolare quella testimoniale e la consulenza tecnica.

In caso di rigetto o accoglimento parziale, sarà possibile impugnare la sentenza dinanzi la Corte di Appello competente.

Come ottenere l'accredito dei benefici contributivi

I benefici contributivi sono maggiorazioni contributive che consentono l'accesso anticipato al pensionamento e con un importo maggiorato.

Per poterne usufruire, è necessario aver ottenuto in precedenza il riconoscimento della malattia professionale, anche con percentuali inferiori al 6%.

In seguito, si può presentare, presso l'INPS competente sul territorio, la domanda di accreditamento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto.

La richiesta per maggiorazioni amianto

L'assistito, per procedere alla riorganizzazione della sua posizione previdenziale e contributiva, deve fare domanda all'INPS, corredandola della certificazione INAIL (art.13, co.7, L.257/92) e di quella lavorativa.

Si può presentare domanda, anche nel caso in cui l'INAIL non abbia rilasciato la certificazione di esposizione, per richiedere l'accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto.

I vantaggi delle maggiorazioni contributive

Tali maggiorazioni consentono, a chi è ancora in attività lavorativa, di ottenere, con il 50% sul periodo di esposizione, il prepensionamento. Ad esempio, se l'esposizione è durata 10 anni, gli anni di pensione anticipata corrisponderanno a 5.

Per coloro che invece, si trovano già in pensione, è previsto un ricalcolo delle rate pensionistiche con il coefficiente 1.5. Per esempio, se si ha lavorato per 20 anni di cui 12 anni in esposizione ad asbesto, il periodo utile ai fini del diritto alla pensione sarà di 26 anni (12 x 1,5 + 8 anni). Non è richiesta una soglia minima di esposizione nè il periodo ultradecennale, diversamente rispetto ai benefici amianto.

I casi di rigetto e la condanna dell'INPS

La domanda amministrativa, per accedere ai benefici contributivi, può venire respinta anche mediante il meccanismo del silenzio (una volta maturato per il periodo di 120 giorni, dal deposito della domanda).

In questo caso, l'avente diritto può rivolgersi al Comitato Provinciale INPS, come previsto dall'art. 443 c.p.c. Qualora il ricorso venga respinto anche dal Comitato, si può ricorrere al Giudice del Lavoro, affinchè l'INPS debba necessariamente erogare le maggiorazioni contributive (art. 442 c.p.c.).

La documentazione necessaria al ricorso giudiziario

Il ricorso può essere effettuato, presentando questi documenti:

  • documentazione medica legata alla malattia;
  • foto e documenti comprovanti la presenza amianto sul posto di lavoro;
  • eventuale certificazione INAIL esposizione amianto;
  • possibilmente testimoni in grado di riferire sulle condizioni di rischio sul posto di lavoro;
  • libretto di lavoro e buste paga;

I risultati dell'impegno legale: pensione inabilità amianto

L'avv. Ezio Bonanni ha svolto un ruolo centrale nella difesa dei lavoratori malati di patologie asbesto correlate, in quanto, grazie al suo intervento, il Parlamento ha approvato l'art.1 co.250 L.232 del 2016. Questo articolo ha reso possibile l'accesso al pensionamento immediato, per coloro i quali sono affetti da asbestosi, tumore del polmone e mesotelioma di origine professionale.

Successivamente la norma è stata modificata per effetto della L. 58 del 2019, che attraverso l'articolo 41 bis ha esteso il numero delle malattie per le quali si può accedere all'immediato pensionamento, introducendo i commi 250-bis e 250-ter all'art.1 della L.n.232 del 2016.

Linee guida per accedere al pensionamento immediato

La pensione di inabilità amianto consente quindi ai lavoratori in attività, che, pur usufruendo dei benefici non hanno ancora maturato le condizioni per il pensionamento, di accedervi comunque.

Le linee guida che assicurano l'accesso al pensionamento sono contenute all'interno della Circolare INPS n. 34 del 09/03/2020.

Tale prestazione non è però cumulabile con l'indennizzo INAIL. Quindi se ne può beneficiare solo nel caso in cui gli anni mancanti siano di una certa rilevanza, quando si è al di sotto dell'indennizzabilità (Corte di Cassazione, Sez. Lav. Sentenza n.30438/2018).

Tumore alla faringe: riconoscimento vittime del dovere

Le vittime di tumore alla faringe di origine professionale possono essere anche coloro che hanno prestato servizio in Forze Armate e Comparto Sicurezza.

Questi lavoratori che, a causa dell’esposizione all’amianto, hanno subito lesioni o danni fisici in servizio hanno il diritto alle prestazioni di vittima del dovere, con il riconoscimento della causa del servizio (art.20 L.183/2010).

Il risarcimento danni per carcinoma faringeo

Il rilascio del riconoscimento di malattia professionale da parte dell'INAIL consente a coloro i quali hanno contratto una patologia asbesto correlata di agire legalmente nei confronti del datore di lavoro. Infatti hanno diritto al totale risarcimento danni.

Si può infatti chiedere il risarcimento del "danno differenziale", cioè della differenza tra danni totali subiti, e il danno biologico dell'indennizzo INAIL.

I danni subiti non sono solo di carattere patrimoniale, ma anche non patrimoniale, legati all'integrità psicofisica, morale ed esistenziale.

Diritto al risarcimento per i familiari

Qualora si verifichi il decesso della vittima di patologia asbesto correlata, i familiari hanno diritto a venire risarciti. Oltre ai danni iure hereditatis, subiscono infatti danni iure proprio, consistenti:

  • esposizione domestica all'agente cancerogeno;
  • modifica delle abitudini di vita;
  • lesione del vincolo parentale e affettivo;
  • shock dovuto alla morte del proprio caro.

Tumore alla faringe: richiedi assistenza

Lo studio legale dell'Avvocato Bonanni tutela tutte le vittime di patologie asbesto correlate. Inalare o ingerire fibre di amianto può provocare gravi danni alla salute.

L'unico modo per prevenire lo sviluppo di neoplasie è evitare l'esposizione e bonificare i siti contaminati, che possono essere segnalati grazie all'App Amianto. Approfondisce l'argomento "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022".

Se si è stati esposti all'asbesto e si ha una malattia professionale è possibile salvaguardare i propri diritti e richiedere la consulenza legale.

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