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Published: Maggio 28, 2025

Amianto nelle scuole: 600 mila euro alla famiglia di una vittima di Trieste

Amianto nelle scuole: ancora un problema tangibile. La Corte d'Appello di Trieste ha condannato il Ministero dell'Istruzione e del Merito al risarcimento di circa 600mila euro in favore della famiglia di B.R., un ex aiutante tecnico dell'Istituto A. Volta di Trieste, morto nel 2016 per mesotelioma pleurico. Si tratta di una delle patologie asbesto correlate più diffuse sul territorio nazionale, nonché collegata proprio all'esposizione ad asbesto, che la vittima ha subito sul luogo di lavoro.

L'esposizione ad amianto e la vittoria schiacciante

La Corte ha riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo in questo modo le responsabilità del Ministero e il legame tra la malattia e le mansioni svolte dall'uomo. Quest'ultimo per ben 15 anni ha lavorato all'interno dei laboratori e nell'officina meccanica dell'istituto scolastico, occupandosi di aggiustaggio, gestione di macchine utensili e manipolazione di materiali contenenti amianto.

Le attività svolte dal dipendente includevano anche la rimozione e lo smaltimento di rifiuti pericolosi, spesso senza le adeguate protezioni. La diagnosi della malattia asbesto correlata è giunta nel 2014. Meno di due anni dopo, B.R. si spegneva all'età di 77 anni. La Corte di Trieste, grazie anche ai numerosi documenti e prove presentate, non ha così potuto far altro che confermare l'origine professionale della malattia della vittima, liquidando il risarcimento del danno in favore dei familiari.

"Finalmente giustizia. Dopo il primo rigetto, abbiamo insistito per dare voce e dignità a questa famiglia", così ha commentato l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia insieme al collega Corrado Calacione del Foro di Trieste. "E' una vittoria legale e morale per tutti coloro che hanno subito gravi conseguenze in silenzio. Una sentenza che dimostra che il rischio Amianto nelle scuole è una realtà che riguarda tutti, e che non può più essere ignorata", ha sottolineato quest'ultimo.

Gli altri casi di esposizioni ad amianto nelle scuole

Il caso dell'ex aiutante tecnico dell'Istituto A. Volta di Trieste non è purtroppo isolato. Infatti, già altri lavoratori dello stesso Istituto si sono ammalati di patologie asbesto correlate. Addirittura uno studente è stato colpito da una malattia provocata dall'esposizione ad amianto, confermando la contaminazione degli ambienti scolastici, potenzialmente pericolosi per la salute pubblica.

Ancora nel 2022, l’Osservatorio Nazionale Amianto APS, restringendo il campo al centro Italia, ha censito, rispetto alle 5.371 scuole del Lazio, di cui 3.551 situate nella città metropolitana di Roma, la presenza di amianto rispettivamente nella media dell’8% su base regionale e 6,8% per la città metropolitana.

Ad oggi, sono state conteggiate ben 48 scuole nella zona Nord della città metropolitana di Roma, 41 nella zona Sud e 22 nella zona Est, oltre ai 77 istituti collocati nel territorio comunale, che risultano contaminate di amianto. Anche nel resto d'Italia la situazione è allarmante, considerando anche le numerose segnalazioni della presenza di amianto che recepisce l'Osservatorio Nazionale Amianto quotidianamente. Ciò a causa del largo utilizzo che si è fatto di questo minerale cancerogeno nel settore dell'edilizia, specialmente negli edifici pubblici. Alcuni di questi, infatti, ancora nel 2025, risultano contaminati, in quanto le bonifiche non sono state ancora portate a termini, a causa dei notevoli ritardi accumulati nel corso degli anni.

Anche il più recente aggiornamento INAIL, attraverso la pubblicazione del VIII Rapporto ReNaM, a febbraio 2025, ha rilevato 158 i casi di mesotelioma tra il personale scolastico in Italia, con una maggioranza della popolazione maschile, rispetto a quella femminile. Tra questi, 98 casi sono stati riconosciuti con esposizione esclusiva nella categoria, pari quindi al 62% dei censimenti totali. In realtà, la totalità dei casi non tiene conto di tutte le altre patologie asbesto correlate, che si sommassero ai mesoteliomi, raggiungerebbero cifre ben più alte. Ad ogni modo, i dati racconti alimentano un allarme sanitario spesso sottovalutato, ma che necessita della giusta attenzione.

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