Il colosso della cosmesi Avon dovrà pagare un maxi risarcimento per il suo talco contaminato con polvere di amianto.
Avon: un talco esoso. Arriva la condanna
Dopo J&J, condannata per la Baby Powder all’amianto, anche Avon dovrà risarcire profumatamente una cliente ammalatasi di mesotelioma.
A deciderlo una giuria della California, che ha condannato il colosso della cosmesi porta-a-porta a pagare 52,1 milioni di dollari alla signora Rita-Ann-Chapman (76 anni). La donna, residente a Scottsdale (Arizona), ha dichiarato di aver utilizzato prodotti Avon a base di talco per quasi tutta la vita.
Avon passa la palla: è esposizione secondaria
L’azienda ha cercato di salvarsi in calcio d’angolo, addossando ogni responsabilità al marito della signora Chapman. Secondo i suoi legali, il sig. Gary, che lavorava presso l’azienda produttrice di carrelli elevatori Hyster, sarebbe stato esposto al minerale. Portando a casa indumenti contaminati, avrebbe dunque causato la malattia della moglie. Insomma per Avon si tratterebbe di un caso di esposizione secondaria.
L’ipotesi non ha tuttavia convinto la Giuria e la signora Chapman ha vinto il suo caso presso la Corte Superiore della California.
Avon era al corrente della contaminazione
Secondo la giuria, Avon sarebbe stata al corrente della contaminazione, ma l’avrebbe deliberatamente taciuta. Cosa che ha esposto migliaia di consumatori a rischi notevoli per la salute. Di conseguenza, nel 2021 ha dovuto affrontare quasi duecento cause legali per il suo talco all’amianto.
Un film già visto, un verdetto deludente
Anche Avon, come J&J, ha da sempre sostenuto che i suoi prodotti fossero sicuri. In ogni caso, nel 2020 aveva annunciato che avrebbe smesso di utilizzare il talco nei suoi prodotti.
Anche altre aziende come Chanel, Revlon, L'Oréal e Justice stanno affrontando controversie riguardanti il talco contaminato.
Intanto l’azienda ha annunciato che farà appello a quest' ultimo verdetto.
«Siamo delusi da questo verdetto e perseguiremo con determinazione tutte le strade disponibili per presentare ricorso», ha affermato la società in una nota.
«L'azienda è fiduciosa, ha validi motivi per fare appello e continuerà a difendere la sua posizione».
ONA: ci vuole più responsabilità e più coraggio
Ammalarsi e morire di mesotelioma è già una tragedia. Se a causare queste sofferenze è la negligenza o l’incuria di chi specula per fare affari, è ancora più grave, soprattutto se ci si nasconde davanti alle responsabilità.
Abbiamo bisogno di un mondo libero dall’amianto e di persone coraggiose che si impegnino per questa battaglia collettiva.