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Leucemia mieloide acuta: cos'è e tutela legale

In questa guida ci occupiamo di leucemia mieloide acuta, una tipologia di leucemia spesso connessa all'esposizione lavorativa a cancerogeni di varia natura. Scopriamo cos'è questo cancro del sangue e come si manifesta, quali sono i sintomi e gli esami per la diagnosi. Vediamo anche quali sono i migliori trattamenti e cure. Ci occupiamo infine dei diritti delle vittime di leucemia causata da esposizioni cancerogene.

L'Avvocato Ezio Bonanni e il suo studio difendono le vittime di esposizione a tutti i cancerogeni per l'ottenimento dei risarcimenti e delle previdenze e benefici previsti dalla legge.

Leucemia mieloide acuta: cos’è e definizione

La leucemia mieloide acuta (LMA) è una forma di tumore del sangue, appartenente alle neoplasie emolinfopoietiche che si sviluppa nel midollo osseo, nel sangue, nel sistema linfatico e in altri tessuti.

Le leucemie si dividono in due categorie principali: le forme acute e croniche, a seconda della velocità di progressione della malattia.

La leucemia mieloide acuta (LMA) è una malattia che si sviluppa nel midollo osseo e progredisce velocemente. Proprio per la velocità di progressione è detta acuta.

Ma che cos'è il midollo osseo? Il midollo osseo è un tessuto spugnoso contenuto all’interno delle ossa lunghe e di alcune ossa piatte. Proprio qui hanno origine le cellule immature, dette anche cellule staminali o blasti, da cui si sviluppano globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Se nel percorso che porta le cellule staminali a diventare “adulte” si hanno errori e mutazioni e i precursori dei granulociti vanno incontro a una trasformazione in senso tumorale, si ha la LMA.

Come funziona e si manifesta la leucemia mieloide acuta?

Il termine “leucemia” deriva dalla parola greca “leucos”, che significa “bianco”, proprio perché la malattia inizia nei globuli bianchi, le cellule responsabili di combattere le infezioni.

Normalmente queste cellule del sangue si replicano in base alle necessità dell’organismo. Nella LMA, invece, il midollo osseo produce un elevato numero di globuli bianchi anomali con mutazioni genetiche nel DNA e un funzionamento non corretto.

Proliferando in modo incontrollato, spesso ostacolano lo sviluppo delle cellule normali.

I sintomi si manifestano molto precocemente, già dalle prime fasi dell’inizio della malattia, e in alcuni casi possono essere fatali (in poche settimane o qualche mese) se non si interviene tempestivamente con le terapie. Tuttavia, una buona parte delle LMA, soprattutto nei soggetti giovani, può essere curata e portare alla guarigione.

Le leucemie acute si suddividono in due gruppi principali: la leucemia linfoblastica acuta (LLA) e la leucemia mieloide acuta (LMA).

La LMA colpisce più frequentemente gli adulti, e la sua incidenza aumenta con l’avanzare dell’età.

Sintomi principali della LMA: quali sono?

I sintomi della LMA, come già detto, si manifestano solitamente precocemente e quindi di solito la diagnosi è precoce.

Alcuni risultano non specifici, come stanchezza, perdita di appetito, sudorazione notturna e febbre. In seguito possono manifestarsi spossatezza e pallore legati all’anemia, un aumento del rischio di infezioni dovute alla riduzione dei globuli bianchi normali e sanguinamenti frequenti (anche a livello gengivale o nasale) legati alla carenza di piastrine.

Tra i sintomi sistemici sono frequenti dolori muscolari e osteo-articolari diffusi, senso di malessere generale e perdita di peso. Inoltre, se la malattia si è diffusa in altri organi, si notano ingrossamento di milza, fegato e linfonodi. Se è stato raggiunto anche il sistema nervoso, possono verificarsi mal di testa e altri segni neurologici.

Cause e fattori di rischio per questo tipo di leucemia

Fattori di rischio per la leucemia mieloide acuta includono:

  • Terapie contro il cancro, come alcuni tipi di radioterapia o chemioterapia.
  • Malattie genetiche, ad esempio la sindrome di Down.
  • Malattie del sangue, come le sindromi mielodisplastiche (patologie del midollo osseo).
  • Esposizione ad alti livelli di radiazioni.
  • Esposizione prolungata a elevate concentrazioni di sostanze chimiche utilizzate nell’industria, come il benzene e la formaldeide.
  • Fumo di sigaretta, che agisce inoltre in modo sinergico con altri cancerogeni.
  • Casi di leucemia in famiglia.

Al momento non esiste una prevenzione specifica per la LMA, oltre ad evitare l’esposizione a radiazioni o sostanze chimiche cancerogene, poiché le cause esatte della malattia non sono completamente comprese.

Fattori di rischio: leucemia da esposizione al benzene

Il benzene è un composto chimico volatile e infiammabile che si trova comunemente nel petrolio e viene utilizzato in diverse industrie. L'esposizione professionale al benzene è stata associata all'insorgenza della malattia.

In caso di diagnosi di leucemia, è importante considerare se la persona è stata esposta al benzene o ad altri prodotti contenenti benzoici. L'esposizione al benzene è classificata come un agente eziologico responsabile della leucemia e può comportare una presunzione legale di origine.

Di conseguenza, gli organismi preposti al riconoscimento e all'indennizzo delle malattie professionali, come l'INAIL, devono riconoscere e fornire indennizzi per i casi di leucemia correlati all'esposizione professionale al benzene, ad esempio nei lavoratori delle stazioni di servizio.

Leucemia: radiazioni ionizzanti e uranio impoverito

Un'altra causa di leucemia è l'esposizione a radiazioni ionizzanti derivanti dall'uso di proiettili contenenti uranio impoverito. Durante le missioni militari, i soldati possono essere stati impiegati in zone in cui sono stati utilizzati proiettili con uranio impoverito, un sottoprodotto dell'uranio utilizzato nella costruzione di munizioni per la sua elevata densità e potere penetrante.

Quando un proiettile all'uranio impoverito colpisce un bersaglio, si verificano temperature molto elevate che possono rilasciare nanoparticelle di metalli pesanti, oltre a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Inoltre, si possono verificare rischi aggiuntivi dovuti a un sistema immunitario indebolito a causa di un'errata procedura vaccinale.

L'uranio impoverito è stato utilizzato per la prima volta durante le guerre balcaniche, dove è stato associato alla cosiddetta Sindrome dei Balcani, una serie di malattie tra cui la leucemia. Ad esempio, nei militari impiegati in missioni nei Balcani, sono stati segnalati 236 casi di leucemia, di cui 97 fatali.

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Risultati della Commissione Parlamentare d'Inchiesta

La Commissione Parlamentare d'Inchiesta ha confermato, nella sua relazione finale, l'esistenza di un legame causale tra l'esposizione e la leucemia.

Le leucemie tra i membri delle Forze Armate sono riconosciute come malattie professionali in caso di servizio svolto in determinate circostanze, anche al di fuori dell'ambito delle missioni militari. Un esempio è il caso di Lorenzo Motta, affetto da linfoma di Hodgkin, una patologia che colpisce il sistema ematopoietico.

La relazione finale della Commissione Parlamentare d'Inchiesta della Camera dei Deputati ha evidenziato numerose patologie tumorali legate al sistema linfatico e ai tessuti molli, che sono stati influenzati anche da procedure di immunizzazione vaccinale.

Nello specifico, sono stati riportati 236 casi di leucemia tra i militari, di cui 97 fatali. Sono stati registrati anche 27 casi di patologie neoplastiche del sistema linfatico, di cui 3 fatali, e 846 casi di linfomi/linfoma, con 91 decessi. Inoltre, sono stati segnalati 22 casi di neoplasie del sangue, con 3 decessi, e 118 casi di patologie neoplastiche dei tessuti molli, con 21 decessi.

Fattori di rischio: leucemia causata dall'amianto

Recenti studi clinici hanno evidenziato un aumento dell'incidenza di mieloma e leucemia nelle popolazioni esposte all'amianto. Una ricerca condotta in collaborazione tra Italia e Germania ha esaminato sei aree della Germania e due in Sardegna (Nuoro e Cagliari), riscontrando una correlazione tra l'amianto e lo sviluppo di linfomi e leucemia. Nel midollo osseo di alcuni pazienti affetti da questa malattia sono state trovate fibre di amianto, note per il loro effetto immunodepressivo e la capacità di causare danni al DNA.

In particolare, è stato rilevato un rischio elevato di mieloma multiplo associato all'esposizione a più di 2,6 fibre di amianto all'anno.

In Italia, ogni anno vengono diagnosticati migliaia di casi di patologie amianto correlate. L'avvocato Ezio Bonanni, grazie alle segnalazioni ricevute all'ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), ha raccolto tutti i dati e li ha esposti nel libro intitolato "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022" che denuncia la gravissima situazione italiana.

Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e leucemia

Le radiazioni ionizzanti includono diverse forme di radiazione, come le particelle cariche e le onde elettromagnetiche, che sono in grado di ionizzare direttamente o indirettamente. Le radiazioni neutre, come i raggi X, i raggi gamma e i neutroni, hanno la capacità di penetrare in profondità nei tessuti del corpo umano, causando modifiche e danni.

La minore capacità di assorbimento delle radiazioni da parte dell'acqua e dei tessuti molli rispetto alle ossa consente l'utilizzo dei raggi X in ambito diagnostico.

Va tenuto presente che le radiazioni ionizzanti ad energia sufficientemente elevata possono attivare gli atomi dei materiali che attraversano o persino causare la fissione dei nuclei, generando radioattività all'interno del materiale irradiato e quindi anche all'interno del corpo umano.

Le apparecchiature radiogene, come i tubi a raggi X e gli acceleratori di particelle, sono fonti di radiazioni alimentate elettricamente.

Oltre al benzene, anche le radiazioni ionizzanti sono classificate nella lista I dell'INAIL per la leucemia (gruppo 6, codice n. I.2.07). Pertanto, se una persona affetta da questa malattia è stata esposta a queste radiazioni per motivi professionali, ha diritto a un'indennità dall'INAIL. Per la lista I dell'INAIL vige la presunzione legale d'origine. Spetta quindi all'INAIL dimostrare la mancanza di un nesso causale.

Come avviene la diagnosi: esami

trattamento diagnostico precoce

Per effettuare una diagnosi, si eseguono analisi del sangue periferico e del midollo osseo. L'esame del sangue consente di valutare il numero e la forma delle cellule: la leucemia provoca infatti anemia, una riduzione delle piastrine e un'alterazione del numero dei globuli bianchi, che possono essere aumentati o diminuiti.

L'osservazione delle cellule al microscopio è cruciale per eliminare eventuali dubbi e ottenere una diagnosi più accurata.

Dopo aver confermato la presenza di leucemia, generalmente si esegue un altro prelievo di sangue e di midollo osseo, che, attraverso test molecolari e citogenetici, permette di identificare con maggiore precisione il tipo di leucemia, valutando la presenza di mutazioni e anomalie cromosomiche.

Inoltre, l'analisi dei marcatori superficiali e intracellulari, utilizzando il citofluorimetro e anticorpi monoclonali, aiuta a determinare con sicurezza se le cellule maligne derivano dalla linea mieloide (LMA) o dalla forma linfoide (leucemia linfoide acuta, LLA).

La diagnosi di LMA si formula quando il midollo osseo contiene più del 20% di cellule leucemiche. Lo studio delle alterazioni cromosomiche e molecolari è essenziale per valutare il rischio e monitorare la risposta ai trattamenti.

Ricapitolando quindi gli esami necessari per la diagnosi comprendono l'emocromo, l'aspirato e la biopsia del midollo osseo, l'analisi morfologica, citogenetica, immunofenotipica e molecolare.

Nella maggior parte dei casi, le cellule leucemiche invadono il midollo osseo e il sangue periferico. Tuttavia, raramente, la LMA può presentarsi come un tumore "extra-midollare", noto come cloroma o sarcoma granulocitico. Il coinvolgimento del sistema nervoso centrale è estremamente raro.

Tipologie e classificazione della LMA

Le leucemie mieloidi acute sono suddivise in base alle loro caratteristiche citogenetiche e molecolari in vari sottotipi recentemente definiti dalla classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Inoltre si distinguono in primarie (o de novo), cioè a insorgenza primitiva e secondarie, se insorgono dopo una precedente sindrome mieloproliferativa o mielodisplastica, o come conseguenza dell’esposizione a sostanze tossiche e/o chemioterapie.

L’OMS ha pubblicato nel 2016 una nuova classificazione per le leucemie mieloidi acute, le quali sono state suddivise nelle seguenti categorie:

  1. con ricorrenti anomalie genetiche,
  2. con cambiamenti correlati a mielodisplasia,
  3. secondarie a chemioterapia/radioterapia,
  4. non meglio specificate.

Questa classificazione ha sostituito almeno in parte il più datato sistema Franco-Americano-Britannico (FAB) che distingueva invece diversi tipi di LMA indicati con sigle da M0 a M7, in base unicamente all’aspetto morfologico delle cellule visibile al microscopio.

Trattamento e cura della Leucemia Mieloide Acuta

La scelta della terapia più adeguata è determinata da diversi fattori, in particolare dalle caratteristiche della malattia e le condizioni di salute del paziente.

In generale, la chemioterapia è il trattamento primario. Si inizia con una fase di induzione per eliminare le cellule leucemiche presenti nel sangue e riportare il midollo osseo ai livelli normali. Una volta raggiunta la remissione completa, cioè l’assenza di segni e sintomi della leucemia, si procede con la fase di consolidamento per eliminare le ultime cellule tumorali residue. I farmaci usati nella fase di induzione vengono impiegati anche nella fase di consolidamento, e sono disponibili numerosi nuovi agenti chemioterapici sperimentali.

Può essere somministrata per via endovenosa (in regime di ricovero) o per bocca (in regime ambulatoriale). La chemioterapia intensiva causa una fase di aplasia, in cui i valori dell’emocromo scendono drasticamente, rendendo il paziente vulnerabile alle infezioni.

Una forma distinta di LMA è la leucemia acuta promielocitica (LAP), che richiede farmaci specifici come l’acido all-trans retinoico (ATRA) e il triossido di arsenico. Nella maggior parte dei casi di LAP, è possibile ottenere la guarigione utilizzando tali farmaci senza la chemioterapia convenzionale.

Dopo la terapia di consolidamento, il trapianto di cellule staminali ematopoietiche può essere considerato per pazienti più giovani, a seconda delle caratteristiche della malattia, dei fattori prognostici e della disponibilità di un donatore. Le cellule staminali possono essere prelevate dal sangue o dal midollo osseo del paziente stesso (trapianto autologo) o di un donatore (trapianto allogenico) o possono derivare dal sangue del cordone ombelicale. Il trapianto permette di utilizzare dosi più elevate di chemioterapia, aumentando le possibilità di eliminare tutte le cellule tumorali e di rimpiazzare il midollo danneggiato. In alcuni casi, specialmente per pazienti anziani o fragili, è possibile utilizzare una forma di trapianto detta non-mieloablativo, in cui si utilizza una chemioterapia a bassa dose.

Altri approcci terapeutici per la LMA includono la radioterapia, che può essere utilizzata prima del trapianto di cellule staminali o per ridurre alcune masse tumorali se la chemioterapia non è efficace.

Terapie di supporto e terapie innovative per LMA

Durante il trattamento, possono essere somministrate terapie di supporto come trasfusioni di globuli rossi e piastrine, o trattamenti con antibiotici e antifungini per contrastare anemia, emorragie e infezioni. Queste terapie rappresentano spesso l’unica forma di trattamento per pazienti anziani e fragili.

È importante sottolineare che la ricerca nel trattamento della LMA è in continua evoluzione. Recentemente sono stati approvati nuovi farmaci come gli inibitori tirosin-chinasici e gli anticorpi monoclonali diretti contro la molecola di superficie CD33, i quali migliorano la prognosi della malattia quando utilizzati nella terapia di prima linea.

Per pazienti con LMA ad alto rischio, il trapianto allogenico di midollo osseo da un donatore compatibile è indicato. Può essere utilizzato anche il trapianto autologo, utilizzando le cellule staminali del paziente stesso.

Recentemente, sono stati introdotti nuovi farmaci a bersaglio specifico, come gli inibitori tirosin-chinasici e gli anticorpi monoclonali, che offrono nuove prospettive per la cura e la sopravvivenza dei pazienti con LMA.

Tutela legale per le vittime di leucemia

Le persone affette da leucemia a causa dell'esposizione professionale a sostanze come l'uranio impoverito, l'amianto e altri fattori di esposizione lavorativa hanno diritto al riconoscimento della malattia professionale e alla tutela previdenziale e risarcitoria.

Coloro che hanno prestato servizio in attività lavorative nel settore pubblico privatizzato e privato possono richiedere la tutela dell'INAIL. In base al grado di invalidità, è possibile ottenere un'indennità o una rendita dall'INAIL se supera il 15%.

I militari affetti da leucemia a seguito di missioni, comprese quelle di pace all'estero, possono ottenere il riconoscimento di causa di servizio e lo status di vittima del dovere. Ciò consente loro di ottenere un equo indennizzo e una pensione privilegiata.

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