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Published: Febbraio 15, 2023

Risonanza magnetica nella diagnosi del mesotelioma

La Risonanza magnetica è un importante strumento diagnostico per valutare le dimensioni e la stadiazione del mesotelioma. Uno studio italiano spiega il perché.

Risonanza magnetica: un aiuto prezioso 

Uno studio condotto da ricercatori dell'Ospedale Universitario di Pisa, suggerisce che la risonanza magnetica (MRI) è un importante strumento diagnostico nella valutazione del mesotelioma. 

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista medica Cancers.

Mesotelioma: di cosa stiamo parlando?

Il mesotelioma pleurico maligno (MPM) è un raro tumore aggressivo che deriva dalle cellule mesoteliali presenti nella superficie pleurica

Esso è fortemente correlato all'esposizione all'amianto nel 40-80% dei pazienti, con un periodo di latenza che varia dai 10 ai 50 anni. I pazienti di sesso maschile sono i più colpiti (rapporto uomini-donne di 4:1) con un'età media compresa tra 50 e 70 anni. 

Purtroppo, ad oggi il MPM ha una prognosi infausta, con una sopravvivenza mediana compresa tra 4 e 18 mesi. Le attuali opzioni di trattamento includono la chemioterapia, la terapia mirata e l'immunoterapia, la radioterapia e la chirurgia.

Al vaglio degli studiosi di Pisa, il confronto tra due strumenti diagnostici: risonanza e TC.

I metodi di Risonanza e TC a confronto 

Gli studiosi hanno messo a confronto risonanza magnetica e tomografia computerizzata (TC) in pazienti affetti da mesotelioma.

Il loro scopo era di valutare il ruolo potenziale della risonanza magnetica nella differenziazione della malattia pleurica benigna da quella maligna, con particolare attenzione al mesotelioma pleurico maligno e ai protocolli di risonanza magnetica. 

Risultato? I ricercatori italiani hanno determinato che nel campo del mesotelioma, la risonanza è superiore alla TC.

Prima di capire come sono arrivati a tale conclusione, spieghiamo la differenza fra le due tecniche.

TC:  in cosa consiste e a cosa serve

La tomografia computerizzata (TC) è l’esame più richiesto dagli oncologi. Consiste in una serie di scansioni prelevate da più angolazioni ed assemblate per fornire un’immagine tridimensionale.

Cosa che può aiutare a determinare l’eventuale presenza di metastasi diffuse nel corpo.

Alcune scansioni TC possono utilizzare un colorante chiamato “materiale di contrasto" per migliorare le immagini catturate, rendendo più facile per i medici visualizzare organi o tessuti specifici.

Le scansioni TC sono relativamente veloci e in grado di inquadrare aree piccole o grandi all'interno di una singola sessione.

La TC può mostrare la presenza, di un ispessimento pleurico o versamento pleurico, coerenti con la diagnosi di mesotelioma. Può anche rivelare un accumulo di liquidi all'interno dell'addome (ascite) o tumori al fegato o al colon.

Studiare una TAC può anche aiutare i medici a determinare il corretto corso del trattamento del mesotelioma, stabilendo ad esempio se l'intervento chirurgico è necessario o possibile.

Risonanza magnetica: stesso quesito

La risonanza magnetica è una tecnica di imaging medica. Essa sfrutta i campi magnetici prodotti da un potente magnete e onde radio per formare immagini tridimensionali dettagliate dell’anatomia (tessuti molli e duri) e dei processi fisiologici del corpo.

Si tratta di una procedura indolore e non invasiva che non utilizza radiazioni.

A seconda dell'area da scansionare, una risonanza magnetica può richiedere da 15 minuti a un'ora o più. Una risonanza magnetica evidenzia efficacemente le anomalie nel corpo, compresi tumori e cisti. Le scansioni MRI possono anche mostrare ai medici fino a che punto il cancro si è diffuso e se è possibile un intervento chirurgico per la rimozione.

Risultato delle metodologie a confronto 

Secondo gli autori dello studio, quando si tratta di diagnosticare e stadiare il mesotelioma pleurico, la risonanza magnetica fornisce maggiori dettagli. Le sue immagini catturano delle immagini più precise dei tessuti molli.

Tutte informazioni particolarmente utili per fornire ai pazienti una prognosi più accurata senza utilizzare procedure invasive.

Il commento dell’autrice principale dello studio

Chiara Romei, medico-radiologo dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Facoltà di Medicina e Chirurgia, afferma: «I metodi basati sul computer possono rendere fattibili compiti come la segmentazione che altrimenti sarebbero impraticabili. La risonanza magnetica, grazie al suo alto contrasto dei tessuti molli, alla valutazione del miglioramento del contrasto e attraverso immagini ponderate per la diffusione, potrebbe sostituire la TC in molti contesti clinici».

Osservatorio Nazionale Amianto sempre in prima linea

ONA-Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avv. Ezio Bonanni guarda con fiducia ai progressi della scienza.  E’ un orgoglio sapere che nel nostro Paese ci sono delle eccellenze in grado di apportare significativi risultati in campo medico-scientifico. 

La strada è ancora lunga e molto si dovrà ancora fare per debellare questo “male sociale” derivato dall’esposizione all’amianto. 

Fonti

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