In questa guida parliamo di silicosi polmonare, una grave malattia causata dall'inalazione di polveri di silice, che cpolpisce i lavoratori esposti senza le adeguate protezioni. Vediamo cos'è nel dettaglio, quali sono i sintomi, come si fa la diagnosi e quali sono prognosi, trattamenti e cura. Vediamo anche quali sono le categorie di lavoratori a rischio e come si previene l'esposizione e l'insorgenza della malattia.
L'avvocato Ezio Bonanni offre assistenza legale gratuita alle vittime di silicosi e di altre malattie di origine professionale. Per ottenere la consulenza gratuita basta compilare il form che trovate alla fine di questa pagina.
Che cos'è la silicosi polmonare? La silicosi polmonare è una malattia cronica che colpisce i polmoni ed è causata dall’inalazione prolungata di polveri contenenti silice cristallina libera. Quando una persona respira queste polveri per un periodo di tempo molto lungo, le minuscole particelle si depositano nei polmoni e provocano un'infiammazione continua.
Con il passare del tempo, questa infiammazione porta alla formazione di tessuto cicatriziale, un processo chiamato fibrosi, che ostacola la normale funzione respiratoria rendendo difficile respirare in modo corretto.
La silice cristallina libera è una sostanza naturale presente in molti materiali comunemente utilizzati nell’edilizia e nell’industria, come la sabbia, la pietra, il cemento, i mattoni, la ceramica, il vetro e la ghiaia. Durante le lavorazioni in cui questi materiali vengono tagliati, levigati, frantumati o perforati, si produce una polvere molto fine che può facilmente essere inalata se non si adottano adeguate misure di protezione.
Le persone più esposte al rischio di sviluppare la silicosi sono coloro che lavorano in ambienti dove si producono regolarmente polveri contenenti silice. Tra questi ci sono i minatori, gli operai edili, i muratori, i lavoratori che tagliano o modellano pietre e marmi, gli addetti alla sabbiatura, chi lavora con il cemento o in impianti di lavorazione del quarzo, oltre agli operatori del settore ceramico o vetrario.
In tutti questi contesti, il contatto quotidiano con la polvere rappresenta un pericolo serio per la salute respiratoria.
La prevenzione della silicosi è possibile e fondamentale. Proteggersi significa adottare misure di sicurezza adeguate sul luogo di lavoro. È essenziale usare mascherine protettive appropriate, come quelle di tipo FFP2 o FFP3, e lavorare in ambienti ben ventilati oppure dotati di sistemi di aspirazione delle polveri. Un’altra misura efficace è bagnare le superfici prima di effettuare lavorazioni che generano polvere, così da ridurne la dispersione nell’aria. La formazione sulla sicurezza e l’uso corretto dei dispositivi di protezione sono fondamentali.
Anche le visite mediche periodiche per chi lavora in ambienti a rischio giocano un ruolo importante per individuare precocemente eventuali segni della malattia. Le aziende hanno l’obbligo legale di garantire la sicurezza dei lavoratori, fornendo gli strumenti e le condizioni adatte per proteggere la salute.
I sintomi della silicosi possono comparire anche dopo molti anni dall’inizio dell’esposizione. All’inizio possono essere lievi o del tutto assenti, ma con il tempo tendono a peggiorare. Le persone affette da questa malattia possono sviluppare una tosse secca persistente, una crescente difficoltà a respirare soprattutto durante gli sforzi fisici, una sensazione di oppressione al torace e un senso generale di stanchezza.
Nei casi più avanzati, si può arrivare ad avere gravi problemi respiratori anche a riposo, perdita di peso e una qualità della vita notevolmente compromessa.
La diagnosi della silicosi si basa su una combinazione di esami clinici, radiologici e respiratori. Il medico, dopo aver raccolto informazioni dettagliate sulla storia lavorativa del paziente, può prescrivere una radiografia del torace o una TAC per individuare eventuali segni di fibrosi nei polmoni. Inoltre, è utile effettuare test di funzionalità respiratoria per misurare la capacità polmonare. In alcuni casi particolari, possono essere necessari esami più approfonditi come la broncoscopia.
Attualmente, la silicosi non può essere guarita, ma è possibile rallentarne l’evoluzione e migliorare i sintomi. Il passo più importante è interrompere immediatamente l’esposizione alla silice.
I trattamenti si concentrano sul sollievo dei sintomi e sul mantenimento della funzione respiratoria. Si possono utilizzare farmaci broncodilatatori per facilitare la respirazione e, nei casi più gravi, ricorrere all’ossigenoterapia. È importante sottoporsi a controlli medici regolari e mantenere le vaccinazioni aggiornate, in particolare contro l’influenza e la polmonite, per evitare complicazioni. Nei casi più estremi, quando la funzione polmonare è gravemente compromessa, si può valutare il trapianto di polmoni. La silicosi può anche aumentare il rischio di sviluppare altre malattie come la tubercolosi, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e il cancro ai polmoni.
Se una persona ha lavorato a lungo in ambienti polverosi o inizia a manifestare sintomi sospetti, è importante rivolgersi al medico curante o a un medico del lavoro per eseguire gli esami necessari. Una diagnosi precoce può fare la differenza. Se viene confermata la presenza della silicosi, è fondamentale interrompere l’esposizione alla silice e seguire le indicazioni terapeutiche.
È importante non sottovalutare i sintomi e agire in tempo, sia per proteggere la propria salute che per tutelare i propri diritti.
Infatti la silicosi è riconosciuta come malattia professionale e si può fare domanda all’INAIL per il riconoscimento e per accedere a tutte le tutele economiche e sanitarie. L'INAIL ha inserito la silicosi nella lista I delle malattie professionali, cioè tra le malattie riconosciute come di elevata possibilità di origine professionale. Ciò significa che per ottenerne il riconoscimento basta dimostrare la presenza della sostanza nell'ambiente di lavoro e della malattia. Vige cioè la presunzione legale di origine della malattia.
Inoltre alle vittime spetta il risarcimento integrale dei danni subiti, da parte del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme di sicurezza.