In questa guida parliamo di traffico illecito di rifiuti. Vediamo che cos'è e quali sono le principali normative in Italia e in Europa per contrastare il traffico illecito di rifiuti. La criminalità ambientale è in crescita in Italia: vediamo anche i numeri e i casi di traffico di rifiuti nel 2024 nel nostro paese.
Il traffico illecito di rifiuti non è solo una violazione delle norme ambientali, ma rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica, per l’ambiente e per un'economia sana. Provoca inquinamento del suolo, delle acque (inquinamento idrico) e inquinamento atmosferico, compromette aree agricole e abitative e alimenta economie parallele e illegali.
Conoscere la normativa, i reati e gli strumenti di prevenzione e contrasto è fondamentale per formare cittadini, tecnici e operatori capaci di riconoscere, denunciare e prevenire comportamenti illeciti, contribuendo a un modello di sviluppo più giusto e sostenibile. Qui di seguito vediamo tutto in modo dettagliato.
Il traffico illecito di rifiuti è una forma di criminalità ambientale che consiste nella gestione, movimentazione o smaltimento non autorizzato di rifiuti, spesso in violazione delle normative nazionali e internazionali. Può riguardare sia rifiuti urbani che rifiuti speciali, pericolosi o non pericolosi, e coinvolge attività come:
Questo fenomeno ha un impatto devastante sulla salute pubblica, sull’ambiente e sull’economia legale, ed è spesso legato a reti criminali organizzate. In questo caso si parla delle cosiddette ecomafie e di ecoreati.
Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, conosciuto anche come "Testo Unico Ambientale", è il principale riferimento normativo italiano in materia di rifiuti. In particolare, la Parte IV del decreto contiene le norme sulla gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati.
Questa parte del testo normativo definisce:
Nel 2015, con la Legge n. 68/2015, l’Italia ha introdotto una serie di delitti ambientali nel Codice Penale. Tra questi, l’articolo 452-quaterdecies, intitolato "Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti", rappresenta una pietra miliare nella lotta alla criminalità ambientale.
Secondo questa norma, commette reato chi allestisce o gestisce attività organizzate continuative e coordinate per il traffico illecito di rifiuti, anche avvalendosi di mezzi fraudolenti, documentazione falsa o elusione sistematica delle norme.
Il reato è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con la multa da 5.200 a 80.000 euro, pene che possono essere aggravate in presenza di rifiuti pericolosi o se il fatto è commesso nell’ambito di attività mafiose.
Un altro articolo chiave è l’articolo 259 del D.Lgs. 152/2006, che disciplina il traffico illecito di rifiuti a livello internazionale. Questo articolo recepisce gli obblighi previsti dal Regolamento (CE) n. 1013/2006 sul trasporto transfrontaliero di rifiuti.
In base a questa norma, chi effettua spedizioni di rifiuti in violazione delle regole europee, omettendo autorizzazioni, violando i divieti o fornendo informazioni false, può essere punito con la reclusione da 3 mesi a 3 anni e con un’ammenda fino a 26.000 euro.
È importante ricordare che l'esportazione di rifiuti pericolosi verso Paesi non OCSE è vietata, e che anche l’invio di rifiuti in impianti non autorizzati all’estero costituisce reato.
Ma che cos'è il traffico internazionale di rifiuti? Il traffico internazionale di rifiuti è una forma particolarmente grave e complessa di traffico illecito di rifiuti. Si tratta dell’esportazione o importazione illegale di rifiuti tra Paesi, spesso mascherata da esportazioni di materiali riutilizzabili o riciclabili.
In molti casi, i rifiuti vengono spediti da Paesi industrializzati verso Paesi in via di sviluppo, dove le norme ambientali sono più permissive e i controlli meno stringenti. Questa pratica è vietata dalle Convenzioni internazionali, in particolare dalla Convenzione di Basilea, che regola i movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi.
Il traffico internazionale coinvolge spesso:
Come si riconosce quindi e si contrasta il traffico illecito? Il contrasto al traffico illecito richiede un lavoro di intelligence, cooperazione interforze e strumenti investigativi avanzati. In Italia, le attività di controllo sono svolte da:
Il Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente evidenzia un preoccupante incremento del traffico illecito di rifiuti in Italia, con 9.309 reati accertati nel 2023, segnando un aumento del 66,1% rispetto all'anno precedente. Questo fenomeno rappresenta una delle principali minacce ambientali, con un giro d'affari stimato in 8,8 miliardi di euro nel 2023.
Dal 2002, sono state avviate 608 inchieste sul traffico organizzato di rifiuti, portando a 3.424 arresti, 10.772 denunce e coinvolgendo 1.691 aziende. In 309 di queste inchieste, sono stati sequestrati oltre 60 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a una coda di camion lunga circa 33.000 chilometri.
Le regioni più colpite includono la Campania, con 1.859 reati nel ciclo dei rifiuti, seguita da Puglia, Calabria e Lazio. Inoltre a livello provinciale, Avellino ha registrato 763 reati, superando Napoli con 475.