In questa pagina parliamo di emicrania e cefalea e di diritto dei cefalalgici di ottenere una pensione d'invalidità. Se ne parla spesso e facciamo chiarezza su questo punto: si ha diritto ad ottenere una pensione d'invalidità? Dal 2020 la legge riconosce l'emicrania e la cefalea come malattie invalidanti, ma come si fa a ottenre la pension? Per capire meglio vediamo nel dettaglio cos'è la pensione di invalidità civile e quali sono i requisiti per ottenerla.
Gli invalidi civili sono i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo (permanenti e croniche) che hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno un terzo. Nel caso di minori sono considerati invalidi civili i bambini con persistenti difficoltà nel fare i compiti e nelle funzioni proprie della loro età.
Il grado minimo per la qualifica di invalido civile è di un terzo (33%) della riduzione permanente di capacità lavorativa, determinato da una tabella approvata con decreto del Ministro della Sanità del 5 febbraio 1992. Per gli invalidi civili sono previste delle prevvidenze. Oltre alla pensione d'invalidità civile in alcuni casi ci sono l’indennità di accompagnamento e l’indennità mensile di frequenza.
Ma quali sono i requisiti per ottenere la pensione di invalidità civile?
Con la Legge n.81/2020 la cefalea o emicrania cronica, accertata da almeno un anno da uno specialista del settore, viene riconosciuta come malattia sociale:
“La cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi effettuata da uno specialista del settore presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante, e’ riconosciuta come malattia sociale, per le finalita’ di cui al comma 2, nelle seguenti forme:
a) emicrania cronica e ad alta frequenza;
b) cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
c) cefalea a grappolo cronica;
d) emicrania parossistica cronica;
e) cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; f) emicrania continua”.
Ma che cos’è una malattia sociale e quali vantaggi comporta? Malattia sociale è la «malattia che, a causa del considerevole numero dei soggetti colpiti, presenta una vasta diffusione e una notevole frequenza nei vari strati della popolazione, dimostrando perciò una significativa incidenza di morbosità, letalità e mortalità. La malattia può presentare anche una causa o concausa di predisposizione ad altre infermità, qualificandosi in ogni caso come stato anteriore di frequenti e gravi menomazioni organiche invalidanti, con necessità di cura prolungate con un non indifferente onere economico sia per il singolo sia per la società».
Colpisce quindi tantissimi individui, comporta gravi conseguenze, può essere addirittura letale, può predisporre ad altre malattie, anche invalidanti e necessita di cure prolungate ed ha un alto costo sociale.
La malattia sociale può essere quindi invalidante, ma il riconoscimento di una patologia come
sociale non comporta l’automatico riconoscimento di una percentuale d’invalidità.
La cefalea primaria cronica non è inserita nelle citate tabelle e non viene quindi riconosciuta
dalle competenti Commissioni medico legali INPS per l’accertamento dell’invalidità civile.
Dal 2006, la cefalea primaria cronica ha trovato, tuttavia, riconoscimento da parte del servizio sanitario di alcune regioni, come Lombardia in primis (Circolare n. 30 del 14.12.2006 “ indicazioni operative per la valutazione delle cefalee nell’ambito dell’invalidità civile” con annessa tabella ed indicazioni operative) seguita poi dalla Valle d’Aosta ( lettera 17.12.10 “ indicazioni operative per la valutazione delle cefalee nell’ambiti dell’invalidità civile” con riferimento alla circolare della Regione Lombardia) e da altre regioni, facenti tutte comunque riferimento alle indicazioni della regione Lombardia, ove viene fornita una tabella valutativa che va da un minimo del 15% ad un massimo del 46% di invalidità, in rapporto alla cefalea per tipologia, frequenza, risposta ai trattamenti e comorbidità.
Il cefalalgico riconosciuto invalido civile cioè con invalidità > al 33%, ha diritto alla:
Cefalea e pensione: non si ha quindi diritto alla pensione di invalidità civile parziale a meno che la cefalea non vada a sommarsi ad altre patologie confermate. Come abbiamo visto infatti il requisito per ottenere la pensione di invalidità prevede un'incapacità lavorativa pari o superiore al 74%.
Ci sono altri diritti però: si può avere diritto all'accesso alla legge 104 per esempio.
L’accertamento dell’handicap segue una valutazione medio legale e medico-sociale della personalità e delle esigenze del soggetto portatore di handicap”, nell’ottica “dell’inserimento sociale” dello stesso (Circ. Ministero della Salute 30.10.1993 e 6.4.1994) e pertanto la persona viene considerata in modo globale e non solo limitatamente all’ambito di produttore di beni economicamente apprezzabili.
La “legge 104” risulta quindi, sulla base di quanto enunciato, ben applicabile ai soggetti affetti da
“cefalea primitiva cronica”, essendo tale patologia fortemente disabilitante e causa di difficoltà di
apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio
sociale o di emarginazione.
Si può avere quindi diritto ad alcune prestazioni di cui all’art.3, comma 1, della legge 104/92, come
ad esempio:
La legge 68/99 promuove l’inserimento e l’integrazione lavorativa dei soggetti disabili nel mondo del
lavoro, attraverso servizi di sostengo e di collocamento mirato, tenendo conto della concreta capacità e abilità lavorativa del disabile.
Gli aventi diritto al collocamento obbligatorio e mirato in ambito di invalidità civile sono i soggetti in età
lavorativa (dai 15 ai 65 anni) portatori di minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e portatori di handicap
intellettivo, con riduzione della capacità lavorativa > al 45%.
Il soggetto affetto da cefalea primaria cronica nelle forme con invalidità > al 45% (in riferimento alla
tabella della regione Lombardia) pertanto: