In questa pagina parliamo di diritto minerario e in particolare della sicurezza mineraria secondo il diritto minerario. La sicurezza sul lavoro in miniera infatti è normata da norme specifiche che riflettono la specificità dell'occupazione.
Vediamo quali sono le principali norme della legislazione sulla sicurezza sul lavoro in miniera, quali sono le figure coinvolte nella sicurezza mineraria e responsabili secondo la legge e quali sono i rischi per i lavoratori.
Il diritto minerario è un ramo specialistico del diritto pubblico che disciplina l’attività di ricerca e coltivazione delle risorse minerarie, come cave, miniere e risorse geotermiche. Questa branca normativa si fonda sull’interesse pubblico alla gestione e tutela delle risorse del sottosuolo, considerate di particolare rilevanza strategica per l’economia nazionale e per lo sviluppo industriale del Paese.
A differenza di altri settori produttivi, le attività minerarie si basano sull’uso di beni che, per legge, possono essere sottratti alla libera disponibilità dei privati e concessi solo attraverso un regime autorizzativo specifico, sotto il controllo delle autorità competenti.
L’importanza del diritto minerario risiede non solo nella regolazione tecnica delle attività estrattive, ma anche nella gestione dei rischi ambientali e nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Le operazioni che avvengono nel sottosuolo o in ambienti aperti ma instabili, come le cave, comportano condizioni di lavoro complesse, spesso più pericolose rispetto ad altri settori industriali. È per questo che il diritto minerario ha sviluppato un apparato normativo e organizzativo specifico di sicurezza mineraria, che si affianca e in parte si distingue dalla normativa generale sulla sicurezza sul lavoro.
L’attività mineraria presenta un’elevata incidenza di rischi, sia immediati che a lungo termine. Gli infortuni sul lavoro sono spesso causati da crolli, esplosioni, uso di macchinari pesanti, movimentazione di materiali e condizioni ambientali avverse come polveri, rumore e scarsa ventilazione.
La probabilità di eventi gravi o fatali è superiore rispetto alla media nazionale, rendendo indispensabile un sistema di prevenzione capillare.
Tra i principali rischi troviamo:
Dal punto di vista sanitario, le malattie professionali tipiche comprendono la silicosi, l’asbestosi, ipoacusie da rumore prolungato, disturbi muscolo-scheletrici e malattie respiratorie croniche.
Il contatto continuativo con agenti chimici o fisici nocivi rende quindi necessaria una sorveglianza sanitaria continua, oltre all’adozione di dispositivi di protezione individuale e collettiva.
La sicurezza mineraria è regolata da un insieme articolato di norme che integra la legislazione generale con disposizioni specifiche settoriali. La norma di riferimento principale è il Regio Decreto 1175/1933, noto come Testo Unico delle Leggi sulle Miniere e le Cave, che rappresenta ancora oggi la base giuridica per l’organizzazione delle attività estrattive.
A questo si affiancano i Regolamenti di Polizia Mineraria, aggiornati nel corso degli anni, che stabiliscono regole tecniche dettagliate in materia di sicurezza, manutenzione, addestramento, sorveglianza e prevenzione degli incidenti. Inoltre, il Decreto Legislativo 81/2008, che costituisce la norma quadro sulla salute e sicurezza sul lavoro, si applica anche al settore minerario, ma con alcuni adattamenti e integrazioni.
Le normative di sicurezza mineraria prevedono obblighi stringenti in merito alla formazione dei lavoratori, alla valutazione dei rischi, alla predisposizione di piani di emergenza e alla manutenzione delle attrezzature.
Sono inoltre previsti controlli periodici da parte delle autorità minerarie regionali o provinciali e l'obbligo di redigere e aggiornare costantemente il Piano di Sicurezza e Salute per ogni sito estrattivo.
Uno degli elementi peculiari della sicurezza mineraria è la presenza di figure professionali specificamente dedicate al controllo delle operazioni. Tra queste, il ruolo centrale è rivestito dal sorvegliante di cava (o di miniera), una figura obbligatoria prevista dalla normativa mineraria. Il sorvegliante ha la responsabilità di vigilare costantemente sull’osservanza delle norme di sicurezza durante tutte le fasi dell’attività estrattiva. Deve essere adeguatamente formato, possedere un’abilitazione specifica rilasciata dall’autorità competente e deve essere presente in cantiere durante gli orari di lavoro.
Accanto al sorvegliante troviamo altre figure previste anche dal D.Lgs. 81/2008, come il datore di lavoro, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), il medico competente e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Tuttavia, nella sicurezza mineraria questi ruoli assumono una connotazione più tecnica e devono coordinarsi con le disposizioni dei Regolamenti minerari e con le autorità di vigilanza del settore.
Il settore minerario si distingue dagli altri settori per la complessità e specificità dei rischi presenti. A differenza delle attività edilizie o industriali, il lavoro in miniera o cava si svolge spesso in ambienti non strutturati, soggetti a mutamenti rapidi e imprevedibili del terreno e delle condizioni ambientali. Questo comporta un approccio alla sicurezza mineraria più dinamico, basato su una sorveglianza continua, piani di evacuazione dedicati e una costante adattabilità delle misure preventive.
Se nei settori ordinari la sicurezza sul lavoro è regolata in modo pressoché uniforme dal D.Lgs. 81/2008, nel comparto minerario tale decreto si applica solo in parte, venendo integrato da una normativa tecnica e specialistica che si è sviluppata in modo autonomo nel corso del tempo.
Questo rende necessaria una competenza giuridica e tecnica molto più approfondita da parte dei soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza.
Infine, è diverso anche il regime di autorizzazioni e controlli: l’attività mineraria richiede permessi specifici, rilasciati solo previa verifica delle condizioni di sicurezza e dell’impatto ambientale, e soggetti a revisione periodica. Il sistema dei controlli è rafforzato da organi di vigilanza tecnici, come i funzionari minerari delle Regioni, che hanno competenze ispettive specialistiche.
Questa legge storica stabilisce il principio secondo cui le sostanze minerali di interesse economico non appartengono ai proprietari del suolo, ma allo Stato. Stabilisce quindi un regime di concessione e autorizzazione per la ricerca e l’estrazione, introducendo l’obbligo di permessi minerari e la definizione delle autorità competenti (Regioni, Autorità minerarie locali, Ministero).
Aspetti rilevanti per la sicurezza:
È il principale riferimento normativo storico per le attività minerarie. Regola:
Aspetti chiave:
È la norma tecnica di dettaglio che definisce come devono essere svolte le attività estrattive in condizioni di sicurezza. Vale per miniere sotterranee, cave a cielo aperto, trivellazioni e impianti connessi.
Principali contenuti:
Il Regolamento di Polizia Mineraria è oggetto di revisione e aggiornamenti da parte delle Regioni, in quanto la competenza è oggi prevalentemente regionale.
Rappresenta la norma generale sulla sicurezza per tutti i settori lavorativi, e si applica anche al settore minerario, con alcuni adattamenti e integrazioni.
Aspetti principali per il settore minerario:
In particolare, il Titolo XI del D.Lgs. 81/2008 contiene norme sui rischi da esposizione a sostanze pericolose, molto rilevanti per le attività minerarie (silice, amianto, polveri sottili, ecc.).
Anche alcune direttive comunitarie hanno avuto impatto diretto sulle norme minerarie, in particolare:
Tali direttive sono state recepite nel nostro ordinamento attraverso modifiche al D.Lgs. 81/2008 e con decreti attuativi, contribuendo all’armonizzazione delle misure preventive tra i Paesi membri dell’UE.
A seguito della riforma del Titolo V della Costituzione (2001), la competenza in materia di miniere e cave è passata in buona parte alle Regioni, che oggi legiferano con proprie leggi minerarie e regolamenti tecnici. Ogni Regione può quindi:
Infine, in supporto alle norme giuridiche vi sono le norme tecniche volontarie (UNI, ISO) e le linee guida redatte da INAIL, che aiutano le imprese ad applicare correttamente i principi di sicurezza.
Esempi: