Gli errori medici possono verificarsi in qualsiasi ambito del sistema sanitario, dagli ospedali alle cliniche private, e includono una vasta gamma di situazioni, dai piccoli inconvenienti ai danni gravi e permanenti. In questa guida completa vediamo quali sono i tipi più comuni di errori medici, come richiedere un risarcimento e come funziona la responsabilità medica. Conoscerlo è essenziale per tutelare i propri diritti e quelli dei propri cari.
Gli errori medici si possono classificare in diverse categorie, a seconda del contesto e delle conseguenze. Innanzitutto si possono classificare in errori dericvanti da un atto medico oppure omissivi.
Nel primo caso parliamo di quegli errori in sanità conseguenti alla esecuzione di un atto medico, o di assistenza, che non è dovuto, non è efficace, oppure è eseguito in un modo non corretto.
Il secondo caso si riferisce a quegli errori medici legati al non porre in essere quelle condotte doverose, finalizzate ad eseguire la prestazione medico sanitaria ed assistenziale, nell’interesse del paziente, ovvero per la tutela della sua salute.
Oltre alla classificazione tra errori commissivi ed errori omissivi, l’errore medico si distingue in:
Errori Diagnostici
Questi rappresentano una delle cause principali di reclami per malasanità. Tali errori medici si verificano quando un medico formula una diagnosi errata, incompleta o tardiva, ritardando o compromettendo il trattamento adeguato. Ad esempio, una patologia grave come un tumore potrebbe non essere diagnosticata in tempo utile, riducendo le possibilità di cura e sopravvivenza. Si verifica molto spesso con malattie dai sintomi subdoli, come spesso accade con le malattie amianto, soprattutto il mesotelioma.
Errori nei Trattamenti o nelle Terapie
Questo tipo di errori medici riguardano la somministrazione di cure o terapie inappropriate, sia farmacologiche che chirurgiche. Un esempio è la prescrizione di un farmaco sbagliato o a un dosaggio non corretto, che può portare a effetti collaterali gravi o mancanza di efficacia. Anche interventi chirurgici inutili o condotti in modo errato rientrano in questa categoria.
Errori Chirurgici
Durante gli interventi chirurgici, possono verificarsi eventi come l'operazione sulla parte sbagliata del corpo, la dimenticanza di strumenti chirurgici all’interno del paziente o lesioni accidentali a organi vicini. Questi errori, spesso definiti "eventi sentinella", sono tra i più gravi e possono causare danni permanenti.
Errori di Comunicazione
Una cattiva comunicazione tra medici, infermieri e altri membri dello staff sanitario può causare errori significativi. Ad esempio, una trascrizione sbagliata nelle cartelle cliniche o la mancata trasmissione di informazioni cruciali può portare a trattamenti inappropriati.
Errori Anestesiologici
L'anestesia, utilizzata per ridurre il dolore durante gli interventi chirurgici, comporta rischi elevati. Gli errori più comuni includono dosaggi sbagliati, mancata monitorizzazione delle condizioni vitali del paziente o utilizzo di anestetici non adeguati alle caratteristiche del paziente.
Errori Nella Gestione della Nascita
In ambito ostetrico, errori nella gestione del travaglio, del parto o del post-partum possono causare danni sia al bambino che alla madre. Tra gli esempi ci sono l'uso errato di strumenti come il forcipe, ritardi nell’esecuzione di un parto cesareo necessario o la mancata diagnosi di complicazioni.
Errori Nelle Infezioni Ospedaliere
Le infezioni contratte durante un ricovero ospedaliero sono un problema diffuso. Queste spesso derivano da cattive pratiche igieniche o dall'uso inappropriato di dispositivi medici, come cateteri o ventilatori.
Se un errore medico causa un danno, il paziente ha diritto a richiedere un risarcimento. Il primo passo è raccogliere tutta la documentazione medica relativa al trattamento, inclusi referti, cartelle cliniche e prescrizioni. Questa documentazione servirà come prova per dimostrare che l’errore si è verificato e che ha causato un danno.
La richiesta di risarcimento può essere presentata direttamente alla struttura sanitaria o all’assicurazione della stessa, se il danno è stato provocato da un operatore dipendente. In alternativa, è possibile intraprendere un’azione legale in sede civile per ottenere il risarcimento. Durante questo processo, un medico legale, valuta se l’operato dei professionisti coinvolti è stato conforme agli standard di cura.
Il risarcimento può includere:
È importante rispettare i termini di prescrizione per richiedere un risarcimento. Di norma, il paziente ha dieci anni di tempo per agire se l’errore medico rientra nell’ambito contrattuale, ma questo periodo si riduce a cinque anni per le richieste di risarcimento extra-contrattuali.
Rivolgendosi allo studio legale dell’Avv. Ezio Bonanni potrai acquisire un parere che ha una valenza anche medico-legale. Un pull di legali altamente specializzato in casi di malasanità potranno aiutarti a capire se ci sono i presupposti per chiedere il risarcimento del danno ed eventualmente per identificare i responsabili.
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La responsabilità medica è disciplinata dalla legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), che ha introdotto importanti novità per regolare questo settore. La normativa distingue tra la responsabilità civile e quella penale degli operatori sanitari.
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La responsabilità civile riguarda il risarcimento dei danni subiti dal paziente. Per le strutture sanitarie, si configura una responsabilità contrattuale, poiché l'accettazione del paziente genera un contratto implicito di cura. Per i medici, invece, la responsabilità è generalmente extra-contrattuale, a meno che non abbiano stipulato un contratto diretto con il paziente.
La responsabilità penale si applica quando l'errore medico costituisce reato, come nei casi di negligenza grave o imperizia. Ad esempio, la mancata esecuzione di un esame diagnostico essenziale potrebbe configurare il reato di omicidio colposo, se tale omissione porta al decesso del paziente.